«Le istituzioni si devono organizzare prima per evitare atti violenti: adesso il ministero degli Interni deve spiegare. La volontà di chi è venuto a manifestare con la camicia nera era quella di creare un caso, di far parlare di altro e non di quello che la destra e il governo non stanno facendo in Emilia-Romagna. Tutti i cittadini rifletteranno e si faranno un’opinione”. Così il sindaco Matteo Lepore è tornato sugli scontri a Bologna sabato durante la.manifestazione dei Patrioti, con tredici feriti tra collettivi antifascisti e polizia. Il primo cittadino di Bologna chiede un incontro a Prefetto e Questore, mostrando documenti che dimostrano che “la manifestazione avrebbe dovuto tenersi in periferia, in Piazza della Pace”, invece che in pieno centro. Per il sindaco la dinamica che si è creata è stata intenzionale quindi. La destra ha contestato la presenza della vicesindaca Emily Clancy in piazza con gli antifascisti. “La vicesindaca ha tutto il mio sostegno, giustamente i consiglieri comunali frequentano la città per vedere cosa succede – ha detto Lepore – non ha commesso reati nè nulla, giustamente era lì perché vogliamo vedere come viene gestito l’ordine pubblico, la mia capa di gabinetto era in piazza XX settembre, c’erano liberi cittadini, se avessero lasciato passare i patrioti ci sarebbero stati scontri, si è sfiorato lo scontro più volte”. Lepore è tornato ribadire le responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico: “Ci si doveva pensare prima, Bologna è una città vigile e democratica, che vuole delle spiegazioni”, ha ribadito il sindaco. Aggiungendo: “Non mi è scappata la frizione, il prefetto deve dare spiegazioni”. E ha ribadito, a margine del Consiglio comunale: “Autorizzare la manifestazione in centro ha significato permettere che ci fossero degli scontri, una situazione che ha messo a rischio migliaia di passanti nel centro storico, il Comitato per l’ordine pubblico aveva deciso altrimenti. E’ stata cambiata questa decisione, il ministero degli Interni è l’unico che ha l’autorità per far cambiare idea prefetto e questura, c’è un verbale che attesta la no stra volontà di svolgere la.manifestazione altrove, in piazza della Pace dove le manifestazioni della destra si sono svolte in passato. La campagna elettorale sta finendo, i rappresentanti della destra sono tutti qui, parleranno degli scontri e non dei soldi che mancano per l’alluvione e per la.sanità, delle cose che servono a questa regione”.

Piantedosi: “Stupefatto dalle parole di Lepore”
Non tarda ad arrivare la risposta del ministro degli Interni, chiamato in causa da Lepore. “Sono stupefatto dalle dichiarazioni del Sindaco Lepore al quale, come doveroso, il Governo ha sempre assicurato ogni forma di convinta e leale collaborazione, da ultimo in occasione della recente alluvione della città e delle connesse polemiche che ne sono conseguite. Viene messa in discussione la correttezza dell’operato della prefettura e delle forze di polizia nella complessa e sempre delicata attività di gestione dell’ordine pubblico. C’è qualche irresponsabilità nell’accreditare la tesi non veritiera della presunta contrarietà allo svolgimento di una manifestazione facendo riferimento a documenti ufficiali che, al contrario, testimoniano che nessun divieto era stato richiesto, ma era stato solo dato mandato alla questura di negoziare tempi e percorsi della manifestazione, come del resto sempre avviene. Ancor più grave – insiste Piantedosi – insinuare presunte regie o interventi “da Roma”. Confido che il termine della campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali riporti alla ragione ed all’impegno istituzionale nell’esclusivo interesse dei cittadini”.

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