Giorgia Meloni non fa in tempo a giustificare l’amico Elon Musk accusato di interferire anche nelle questioni politiche italiane, come quella sui migranti, che il patron di X scatena una nuova incursione. «E Soros viene sconfitto», scrive rilanciando un post di World of Statistics in cui viene citata la frase della premier sul fatto che il multimiliardario «non è un pericolo per la democrazia» a differenza di George Soros, il finanziere e filantropo ungherese che ha investito ingenti risorse per favorire la diffusione della cosiddetta società aperta. Gli attacchi al ricco uomo d’affari, che ha aiutato associazioni e partiti di orientamento progressista, tra cui il Partito democratico americano contro Donald Trump, sono un vecchio cavallo di battaglia della destra, rispolverato ieri in conferenza stampa. Meloni si riferisce a vicende italiane, quando in occasione delle elezioni politiche del 2022, Soros ha elargito denaro a +Europa per la campagna elettorale. Da qui la controffensiva della presidente del Consiglio: «Non mi risulta che Musk finanzi in giro partiti, associazioni o esponenti politici. Questo lo fa per esempio Soros. E sì, io la considero una pericolosa ingerenza negli affari degli Stati nazionali». Mentre, secondo Meloni, il patron di Tesla «è una persona nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Il problema è che non è di sinistra? Io non prendo soldi da lui». Tuttavia in tanti in Europa hanno chiesto un intervento della Commissione su Musk, che è anche consigliere del nuovo presidente americano. L’ultimo leader, in ordine cronologico, è stato il premier belga Alexander De Croo e alla riunione dei rappresentanti permanenti in Ue, la prima sotto la presidenza polacca, è emersa con nettezza la preoccupazione di diversi diplomatici sulla futura amministrazione Trump. Con un duplice messaggio, identico nel testo e pubblicato contemporaneamente proprio sulla piattaforma X, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa hanno rotto il silenzio dell’Europa di fronte alle provocazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti e del suo braccio destro: «L’Ue proteggerà sempre i nostri cittadini e l’integrità delle nostre democrazie e la libertà. Ci auguriamo un impegno positivo con la prossima amministrazione statunitense, basato su valori comuni e interessi condivisi».
Tutto ciò avviene mentre in Italia il caso SpaceX legato alla trattativa per l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink non è affatto chiuso. «È l’unica soluzione per non perdere i soldi del Pnrr? Ero rimasta al fatto che è una delle ipotesi, forse non sono stata aggiornata da Alessio Butti…», il sottosegretario alla presidenza con delega alle comunicazioni. Il quale a stretto giro interviene per chiarire di non aver mai detto che la connettività satellitare sia l’unica soluzione: «È universalmente ritenuta una soluzione complementare e la spina dorsale della connettività resta la fibra ottica». In serata, ospite di Cinque minuti su Rai1, Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, conferma che il dialogo è in corso. Garantisce che tutti i dati resterebbero nel pieno controllo delle istituzioni italiane e soprattutto un eventuale accordo deve avere il lasciapassare degli Usa. Ed è per questo che l’argomento sarebbe stato affrontato da Meloni e Trump a Mar-a-Lago. In quel caso, sembra, in assenza di Musk.