“Sento molte falsità”, scrive Giorgia Meloni questa mattina sui social. Ripete quanto già detto ieri da Bruxelles, e cioè che la sanità ha ricevuto più denaro degli anni scorsi. Ed è vero, il fondo sanitario nazionale in termini assoluti è stato aumentato. Ma di poco, non quanto servirebbe e non abbastanza rispetto all’inflazione e al Pil. E infatti sono molte le voci critiche che si alzano dal mondo della sanità. “E allora facciamo ancora più chiarezza”, scrive la premier, vantando un “record nella storia” di fondi per la salute. “Presidente Meloni – ribatte sui social la segretaria del Pd Elly Schlein, pubblicando una tabella con i dati – in tutto il mondo la spesa sanitaria si calcola sul Pil e non in valori assoluti. I numeri che ha pubblicato dimostrano che abbiamo ragione. Il fondo sanitario nazionale in rapporto al Pil scenderà nel 2025 e nel 2026 al 6,1%. È il minimo storico degli ultimi 15 anni. Se ne rendono conto i 4,5 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi perché non possono permetterselo. Finitela una volta per tutte con il gioco delle tre carte sulla salute degli italiani”.

Ma ecco cosa ha detto Meloni e cosa affermano i numeri. Va innanzitutto precisato che i soldi di cui parla la presidente del Consiglio sono riferiti agli anni successivi, cioè 2025 e 2026 (gli anni a cui far riferimento nel post sono quelli nei quali viene fatta la manovra). Ma soprattutto, va scomposto l’aumento per l’anno prossimo. Un miliardo di incremento del fondo sanitario 2025 era già stato stanziato l’anno scorso, quest’anno sono stati aggiunti 1,37 miliardi (a detta dello stesso ministero dell’Economia in gran parte una cifra lorda rispetto ai 900 milioni netti del valore del finanziamento, che servirà per assunzioni e quindi sarà vincolato e non entrerà in modo indistinto nel fondo sanitario). Le richieste, e anche le indiscrezioni governative dei giorni scorsi, ipotizzavano addirittura 3 o 4 miliardi (oltre a quello già stanziato) di incremento. Riguardo al 2026 si vedrà l’anno prossimo, intanto molte delle iniziative annunciate dal ministero alla Sanità quest’anno non potranno partire.

Ancora una volta, come già in passato, Meloni considera gli aumenti in senso assoluto e non in relazione al Pil. È vero che la sanità ha sempre avuto problemi di finanziamento, anche con i governi precedenti, ma se si guardano solo gli assoluti degli incrementi annuali del Fondo sanitario nazionale, si vedono crescite da 1, 2, 3 o anche quasi 4 miliardi (tra il 2021 e il 2022) all’anno. Ogni anno, quindi, il fondo segna un “record”. Ma osservare gli assoluti non basta. Non andrebbe guardato, infatti, il valore del fondo ma il rapporto tra spesa sanitaria pubblica e Pil. E qui arrivano le dolenti note. Come ormai chiaro a tutti, l’Italia è uno dei grandi Paesi europei dove questo valore è più basso. Secondo la Corte dei Conti, nel 2024 siamo al 6,3%. Un dato che dovrebbe restare più o meno simile anche con gli stanziamenti annunciati per il 2025 e anche il 2026 malgrado un aumento assoluto un po’ più alto (al limite ci si avvicinerà al 6,4%). Ecco come è stato in passato il rapporto spesa sanitaria-Pil, sempre citando la Corte dei Conti: 2014 – 6,71; 2015 – 6,61; 2016 – 6,51; 2017 – 6,43; 2018 – 6,44; 2019 – 6,41; 2020 – 7.35; 2021 – 6,93; 2022 – 6,59; 2023 – 6,16; 2024 – 6,3. Come si vede, ci sarà un record del fondo, ma sostanzialmente i soldi per la sanità in questi anni sono diventanti anche meno rispetto a molti anni passati. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che la popolazione diventa più vecchia ogni anno, vanno ricordati gli aumenti di spesa legati all’inflazione sanitaria (che ha sue caratteristiche) ma anche i costi in crescita importante dei nuovi farmaci e delle nuove tecnologie sanitarie.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui