di Mario De Michele
“Noi testimoni della Shoah stiamo morendo tutti, ormai siamo rimasti pochissimi, le dita di una mano, e quando saremo morti proprio tutti, il mare si chiuderà completamente sopra di noi nell’indifferenza e nella dimenticanza. Come si sta adesso facendo con quei corpi che annegano per cercare la libertà e nessuno più di tanto se ne occupa”. Sono queste le toccanti parole dette da Liliana Segre . La senatrice a vita è una delle poche sopravvissute italiane al campo di concentramento di Auscwitz. Parole che ci toccano e ci fanno ancora una volta riflettere su quella che è stata una delle pagine più crudeli della storia dell’umanità. Per non dimenticare, perché ciò che si dimentica rischia di poter ripetersi. Ma quanti sono gli avvenimenti crudeli che ogni giorno si verificano, che sicuramente non sono paragonabili al genocidio di 6 milioni di ebrei e di circa 5 milioni di altre persone innocenti (comunisti, omosessuali, disabili e rom) ma che tuttavia accadono? E se accadono più che ricordarli dovremmo allora fare in modo che non succedano. Il 27 gennaio 1945 vennero abbattuti i campi di sterminio di Auscwitz. Circa 9000 prigionieri furono liberati dall’esercito russo. Questa data è diventata il simbolo della fine del genocidio degli ebrei per mano dei nazisti. Ogni anno, il 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria, durante la quale si ricorda il significato della Shoah. Chi come Liliana Segre è riuscita a sopravvivere al massacro può ancora oggi testimoniare e ricordare quel passato doloroso, ma coloro che non ce l’hanno fatta perché uccisi brutalmente o sterminati nelle camere a gas o arsi vivi, chi deve ricordarli se non noi? Shoah in ebraico significa desolazione, catastrofe, disastro ed è esattamente questo quello che è avvenuto durante la seconda guerra mondiale quando milioni di ebrei, e non solo, furono uccisi in nome di quell’abominio della “purificazione della razza ariana”. Per non dimenticare pubblichiamo alcune foto scioccanti. È una scelta meditata. Doverosa. Siamo fermamente convinti che come diceva Adorno “bisogna sempre avere lo sguardo fisso sull’orrore”.