Antonio Misiani non è un senatore qualunque. Ha almeno due marce in più. La laurea alla Bocconi gli è servita. È uno degli economista più apprezzati d’Italia. Non a caso è stato viceministro del dicastero Economia e Finanze, dove ha dimostrato tutta la sua competenza, ed è responsabile nazionale del Pd del settore Economia e Finanze, prima su indicazione dell’allora segretario Nicola Zingaretti, poi su input dell’attuale leader dimissionario del partito Enrico Letta. A dimostrazione del fatto che Misiani è un punto di riferimento dei democrat a prescindere dalla leadership nazionale. Viene premiato per il merito. Sul campo. Alle politiche del 25 settembre viene candidato al Senato nel collegio uninominale Lombardia 2 – 03 (Milano Buenos Aires – Venezia) per il centrosinistra e nel collegio plurinominale Puglia – 01 nella lista del PD (al terzo posto). È stato eletto all’uninominale con il 39,08%, superando la candidata del centrodestra Maria Cristina Cantù (33,29%) e il candidato di Azione-Italia Viva Ivan Scalfarotto (16,34%). È tesoriere del gruppo PD al Senato. Ai microfoni di Italia Notizie l’esponente di spicco del Pd boccia senza appello la manovra del governo Meloni. Misiani critica le misure sulla lotta all’evasione e sostiene che il centrodestra doveva fare di più sulla riduzione del cuneo fiscale, rimasto invariato rispetto ai governi precedenti ma “in una congiuntura economica completamente diversa”.
Mario De Michele