SERINO – Il Circolo GD PD Serino “E. Berlinguer” ha convocato per giovedì 19, alle ore 19.00, l’Assemblea degli iscritti del PD e dei Giovani Democratici. All’ordine del giorno: -Situazione politico-amministrativa: relazione gruppo consiliare sul PUC; -questione morale PD Campania; -varie ed eventuali.

“Gli iscritti – spiega in una nota il segretario Marcello Rocco – saranno chiamati per essere informati e dire la loro sul grave atto compiuto in violazione del regolamento per il tesseramento da parte degli Organismi provinciali di depennare due tesserati sostituendoli con due nominativi (uno dei quali vicino al centrodestra) in maniera del tutto arbitraria. Inoltre riteniamo indispensabile coinvolgere i nostri iscritti sul percorso amministrativo finora compiuto e che si intende portare avanti nei prossimi mesi. I compagni esclusi dall’elenco degli iscritti sono Antonio Domini, ex sindaco di Agropoli e Carmine G. Parisi, ingiustamente sottoposti a provvedimenti disciplinari per aver denunciato lo stato d’illegalità nel loro territorio e le responsabilità di esponenti  istituzionali del PD. A questi due compagni venne offerta la possibilità di iscriversi al nostro Circolo il 19 dicembre 2011 in occasione della manifestazione interprovinciale: “Dove non v’è Legalità non può esservi Libertà – Il nostro impegno per un nuovo Mezzogiorno seguendo l’esempio del Sindaco Pescatore” alla quale parteciparono, tra gli altri, Isaia Sales ed il Sindaco di Pollica Stefano Pisani. Un partito che allontana compagni onesti e tollera situazioni imbarazzanti, per usare un eufemismo, non è quello che vogliamo! E’ ora di dire a chiare lettere  che esiste una “questione morale” che riguarda il PD nella nostra regione. Vuol dire che, questo 19 luglio, ricorderemo il ventesimo anniversario della strage di Via D’Amelio e del brutale assassinio del Giudice Polo Borsellino, in maniera non rituale e retorica, nel segno della sua azione all’insegna della legalità e della trasparenza”.

Di seguito alcune delle parole pronunciate dal Magistrato Borsellino, durante la lezione all’Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa, il 26 gennaio 1989. Parole che sembrano essere state scandite oggi:

“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo. Si dice: “Quel politico era vicino a un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto”. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: “Beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest’uomo è mafioso”. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato, ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza, si è detto: “Ah, questo tizio non è stato mai condannato, quindi è un uomo onesto”. Ma dimmi un poco: ma tu non ne conosci gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre, soprattutto i partiti politici, a fare grossa pulizia, a non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”.

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