“Houston, abbiamo un problema”. Per l’amministrazione comunale di Aversa il problema è Alfonso Oliva. In appena due mesi di governo della città il vicesindaco pro tempore ha già messo più di una volta in imbarazzo il primo cittadino Franco Matacena e la sua coalizione. La furibonda lite negli uffici del municipio con il segretario generale Giovanni Schiano di Colella Lavina è l’emblema della difficoltà di Oliva di indossare con scioltezza gli abiti istituzionali. Un disagio prevedibile per uno come lui imbattibile quando si tratta di “distruggere” e mettere “bacchette”, ma un pesce fuor d’acqua se si deve “costruire”. Tra i punti neri del primo bimestre in giunta di Oliva non c’è soltanto la performance quasi fisica con il segretario comunale. Se non si è arrivati alle mani è stato per l’intervento del presidente del consiglio Giovanni Innocenti. L’ex coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, in procinto di essere espulso dal partito perché ha formato una lista alle comunali contro FdI, in cambio della delega di vicesindaco assicuratagli da Matacena e company, si è reso protagonista di un obbrobrio amministrativo. Nell’occhio del ciclone il patrocinio morale concesso il 12 settembre dalla fascia tricolore alla terza edizione del “Rumore Bim Festival”. L’evento si è svolto ad Aversa dall’11 al 13 ottobre al teatro Cimarosa. Per carità, la semifinale nazionale del contest musicale dedicato a Raffaella Carrà è stata una manifestazione importante per coinvolgere talenti di tutte le età provenienti da tutta Italia. Se l’iniziativa è stata lodevole, quello che va catalogato alla voce “pastrocchio” è ciò che sul piano amministrativo ha combinato Oliva, delegato ai Grandi Eventi. Il patrocinio morale non avrebbe dovuto implicare costi per l’ente locale, cioè non è oneroso. Così stabilisce l’Anac. Così avviene in tutte le parti del mondo. Ma Oliva ha trovato una soluzione “geniale” per far cacciare comunque soldi all’amministrazione comunale. Chi ne ha beneficiato? La ditta Renato Virgilio Snc, composta dai parenti del consigliere comunale Massimo Virgilio di Aversa Italia, unico rimasto alla corte di Oliva dopo lo strappo di Adele Ferrara, non disposta a sottostare ai diktat di satrapelli in salsa normanna. La domanda nasce spontanea: come è stato possibile che il comune abbia sborsato o debba sborsare fondi pubblici nonostante si tratti di un evento patrocinato solo moralmente, quindi senza costi per l’amministrazione? È stato possibile grazie a una “trovata” di Oliva che, nella veste di vicesindaco pro tempore, ha inviato al dirigente Gangi una nota rappresentando addirittura “la volontà dell’amministrazione che il costo del fitto del teatro Cimarosa sia sostenuto dall’ente. Pertanto – ha scritto Oliva – si richiede a codesta Dirigenza di adottare gli atti necessari”. Sulla scorta di questa richiesta per iscritto il responsabile dell’area Servizi istituzionali e Politiche sociali e Culturali del comune, Giovanni Gangi, ha adottato una determina, la n. 479/2024 dell’11.10.24, per stanziare mille euro alla ditta Renato Virgilio Snc, sulla base del preventivo presentato da quest’ultima.
IL VICESINDACO PRO TEMPORE OLIVA SI SOSTITUISCE ALLA GIUNTA
Dal carteggio in nostro possesso emerge con chiarezza che Oliva si è sostituito all’esecutivo, organo collegiale deputato a dare l’indirizzo politico-amministrativo. Sull’albo pretorio non c’è traccia di una delibera di giunta con relativo impegno di spese da stanziare al titolare del Cimarosa. Nemmeno nella determina adottata da Gangi si fa riferimento a una deliberazione di giunta. Si cita invece la nota di Oliva, nella sua qualità di vicesindaco e non, altra illegittimità, di assessore ai Grandi eventi. Ma c’è di più. L’iter “originale” seguito dal vicesindaco pro tempore va in contrasto anche con il “Regolamento per la concessione di patrocini”, approvato con delibera n. 37 del 01/12/2023 dal commissario straordinario. Il comma 3 dell’art. 7 stabilisce che: “Qualora la domanda di concessione di patrocinio sia associata ad un’istanza diretta all’erogazione di un sostegno economico, all’applicazione di agevolazioni e/o forme di collaborazione che comportino un impegno di spesa, ovvero all’impiego di strutture, strumenti o personale comunale, la giunta specifica la tipologia delle erogazioni concesse nel provvedimento di patrocinio”. A conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che l’ultima parola su eventuali stanziamenti di soldi spetta all’esecutivo. Auspichiamo che la commissione Trasparenza e Controllo sugli atti amministrativi faccia chiarezza su una vicenda che presenta tanti punti oscuri. La determina appare illegittima. Deve essere annullata in autotutela. C’è puzza di danno erariale. Almeno l’opposizione si dia una mossa. Sul versante opposto la maggioranza non faccia disastri. Approvare una delibera “postuma” per sanare una palese illegittimità sarebbe politicamente insostenibile. Matacena e gli altri assessori ne uscirebbero a pezzi. Mica si può utilizzare il comune come un bancomat.
Mario De Michele