I Presidenti della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, e della Società partecipata dalla Provincia Asea, Carlo Petriella, rispettivamente nella qualità di Presidente dell’Ente Concessionario e dell’Ente Gestore della Diga di Campolattaro sul fiume Tammaro, hanno inviato stamani una lettera al Sindaco di Benevento on.le Clemente Mastella rispondendo ad una sua missiva in merito alla sicurezza dell’invaso. Ricci e Petriella, che hanno inviato il documento per conoscenza anche al Presidente della Regione Campania, alla Direzione Generale per le Dighe presso il Ministero delle Infrastrutture e al Prefetto di Benevento, affermano di aver redatto la nota «in rigorosa coerenza con la documentazione tecnico-scientifica agli atti». I Presidenti dell’Ente Concessionario e di quello Gestore hanno innanzitutto richiamata la recentissima vicenda della polemica che ha investito la Commissione Grandi Rischi per la vicenda della diga di Campotosto nel Centro Italia, polemica culminata con le dimissioni del Vice Presidente della stessa Commissione per protestare con dichiarazioni, definite «irresponsabili», rese alla Stampa dei vertici di quell’Organismo circa la sicurezza dell’impianto: tale richiamo alla cronaca è finalizzato, scrivono Ricci e Petriella, anche per evitare di «provocare immotivata apprensione». Per quanto concerne le questioni sollevate dall’on. Mastella, questa la risposta di Ricci e Petriella. La Diga di Campolattaro, diga a terrapieno realizzata a partire dal 1980 dalla disciolta Cassa per il Mezzogiorno e poi nel 1995 affidata dalla Regione Campania in gestione alla Provincia di Benevento, è stata «già ampiamente collaudata dal punto di vista statico ed amministrativo». Quanto al «collaudo funzionale» dell’opera, continuano Ricci e Petriella, lo stesso è soggetto alle medesime «procedure basilari» di altre 92 dighe Italiane: l’invaso di Campolattaro è, infatti, in fase di «esercizio sperimentale». In altre parole è in atto un pluriennale e meticoloso processo di invasamento e svasamento per cicli che, disposto e cadenzato dalla Direzione Generale per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture, soggetto preposto alla verifica dello stato di esercizio e del comportamento della diga, culmina con il «collaudo funzionale» dell’opera. Ricci e Petriella così proseguono: «tale processo è oggi nella sua fase conclusiva come attesta la stessa Direzione Generale per le Dighe che, con Nota n. 0028468 del 27/12/2016, nell’autorizzare il proseguimento degli invasi sperimentali, testualmente dichiara: «Il proseguimento dei cicli di invaso sperimentale, con il conseguimento della quota di massima regolazione (377,25 m.s.m. + 3,25 m rispetto alla quota attualmente autorizzata) non risulta allo stato condizionato da problemi di tenuta dello sbarramento». I due Presidenti affermando inoltre che, in coerenza con tale autorizzazione, è già stato approntato ed approvato, in via preliminare e definitiva, il progetto per la realizzazione della «variante alla strada Senzamici, ricadente nel comune di Morcone». La Variante, della lunghezza di circa 400 m. ca., è di imminente realizzazione e rimuove l’unica condizione ostativa al raggiungimento della «quota di massima regolazione» di cui alla autorizzazione della Direzione Generale per le Dighe del 27 dicembre u.s.. Trattasi del «programmato punto di approdo» del lungo processo di «invasamento e svasamento per cicli» che, iniziato da quota 339 m.s.m., prelude a quel «collaudo funzionale» della diga. Per quanto concerne la c.d. «ri-valutazione sismica» il progetto della Diga di Campolattaro, affermano Ricci e Petriella, è stato vagliato ed approvato, in ogni sua parte, con le relative nonché obbligatorie «verifiche sismiche». Tali verifiche sono state effettuate con grado di sismicità di 1ª categoria, vale a dire il massimo previsto dalla norma all’epoca vigente. Quindi, sul punto Ricci e Petriella affermano quanto segue: «Coerentemente l’opera è stata «dimensionata e realizzata» per resistere ad azioni sismiche di tale portata. A seguito del recente aggiornamento delle leggi anti-sismiche ed alla luce delle stesse, la Direzione Dighe ha conseguentemente chiesto una «ri-valutazione» di quanto già effettuato. Detta «ri-valutazione», nonostante le difficoltà di reperimento delle risorse da Lei (on. Mastella, Ndr) accennate, è in corso di esecuzione». Per quanto concerne invece la c.d. «ri-valutazione idraulica», si tratta, affermando Ricci e Petriella, «di una nuova stima di quanto approvato contestualmente al progetto diga. (…) Recentemente sono stati acquisiti i risultati delle «prove su modello» eseguite presso l’Università dell’Aquila. Trattasi degli ultimi dati funzionali al compimento del processo di rivalutazione di cui è in corso la stesura definitiva. Si può comunque anticipare che le caratteristiche e le potenzialità di scarico degli organi della diga sono adeguate e coerenti con le finalità della ri-valutazione idraulica». Del resto quanto affermato è stato ampiamente dimostrato dal notevole contributo svolto dall’invaso di Campolattaro per limitare fortemente i pur ingenti danni che si sono avuti a valle della diga durante le recenti alluvioni dell’ottobre 2015». Infine, per quanto riguarda il c.d. «Piano di emergenza della Diga di Campolattaro», documento la cui esistenza è «conditio sine qua non» per l’avvio e il proseguimento degli invasi sperimentali, Ricci e Petriella affermano come lo stesso «sia stato elaborato ed adottato in stretta osservanza degli indirizzi ministeriali e con riferimento a quanto indicato nel «Documento di Protezione Civile» e nel Foglio di Condizioni per l’Esercizio e la Manutenzione», entrambi redatti dall’Ufficio Tecnico per le Dighe di Napoli. È altresì doveroso menzionare come la diga di Campolattaro sia monitorata e sorvegliata, h 24, da personale tecnico (…). I dati acquisiti e le misurazioni prodotte, costantemente analizzati e vagliati dall’Ing. Responsabile e/o dall’Ing. suo sostituto, sono quotidianamente trasmessi alla Direzione Generale per le Dighe di Roma».

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