Senza esclusione di colpi. E divisi su tutto e tutti. L’ultimo consiglio comunale, in cui è stato approvato per un soffio (9-8) il bilancio di previsione, ha dato la stura al redde rationem tra Movimento per Orta e Democratici e Riformisti. All’indomani dell’assise i due gruppi se le sono date di santa ragione. Parole al veleno. E giudizi impietosi. “Dopo aver offerto per mesi uno spettacolo indegno – si legge in un post Fb dei seguaci del senatore Fabio Di Micco – all’insegna dell’immobilismo completo, nel nome della spartizione di poltrone, non contenti dei risultati NON ottenuti, ieri (lunedì scorso, ndr) hanno dato prova del clima nervoso che si respira in maggioranza: tesi come corde di violino e pronti a scattare ad ogni legittima osservazione dei consiglieri non allineati alla volontà di un sindaco palesemente in difficoltà e debole nelle intenzioni e nelle affermazioni”. Fulminea la replica dei Democratici e Riformisti che ribadiscono la richiesta di dimissioni da presidente dell’assise di Antonio Carbisiero, espressione di Orta in Movimento. “Come sempre avviene quando c’è di mezzo il senatore miracolato Fabio Di Micco e la “sua creatura”, Orta in Movimento, la mistificazione regna sovrana. Populismo d’accatto, senza mai entrare nel merito delle questioni. Nostro malgrado, ci vediamo, dunque, costretti a chiarire al senatore dei miracoli, alla “sua creatura” e a tanti “sepolcri imbiancati”, che danno sfogo alle loro frustrazioni sui social network, perché è politicamente legittimo chiedere le dimissioni del presidente del consiglio comunale e perché è eticamente indecoroso e moralmente ignobile non rassegnarle!”. Nel ping pong tra gli ormai ex alleati al posto delle racchette si usano mortai. Per i dimicchiani “i𝐥 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐠𝐫𝐮𝐢𝐭𝐚̀, 𝐝𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐳𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢, 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐥𝐞𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐭𝐞𝐳𝐳𝐞”. In altri termini chi ha votato a favore del documento contabile ha compiuto un falso in bilancio. “Abbiamo fatto rilevare al sindaco e alla giunta – recita un passo del post di Orta in Movimento – che questo bilancio, dove cifre messe a caso fanno quadrare i numeri ma dal quale traspare la mancanza assoluta di indirizzo politico concretamente applicabile, era per noi invotabile”. Sul versante dei Democratici e Riformisti i veri motivi del voto contrario di Orta in Movimento risiederebbero nel mancato accordo sulle poltrone. “Proviamo di nuovo a spiegare loro che se hanno ridotto la presidenza del consiglio a mero frutto di un accordo di maggioranza, nel momento in cui lo stesso presidente del consiglio si pone al di fuori della stessa, diventa del tutto legittimo richiederne le dimissioni”. Dem e Riformisti aggiungono: “È un atto politico. Se studiate, ci arrivate pure voi! Proprio, in quelle riunioni di maggioranza, avevamo già mostrato tutte le nostre perplessità. Soprattutto, quando “pretendevate”, con soli 2 consiglieri, addirittura, anche un posto in giunta. A proposito, non eravate affatto critici prima che il sindaco vi negasse l’assessorato. È questo il vero motivo dell’uscita dalla maggioranza. Altro che mancata condivisione del bilancio!”. Dal canto loro gli uomini del senatore Di Micco vanno all’attacco anche contro Città Visibile sul caso Tosti-Belardo. “Non abbiamo assolutamente apprezzato i comportamenti del vicesindaco Vincenzo Tosti e del capogruppo Luigi Mozzillo di Città Visibile che hanno risposto alle richieste della minoranza di chiarimento sulla posizione dell’assessore Belardo, interessata qualche giorno fa da una ordinanza di abbattimento della propria abitazione risultata abusiva, il primo intimando a voce alta e a più riprese alla consigliera Giovanna Migliore di stare zitta e il secondo trasformando il Consiglio comunale in una sorta di improvvisata festa dell’Unità facendo partire dal proprio microfono, attraverso il proprio telefono cellulare, con tanto di dedica all’assessore Belardo, la canzone Bella ciao”. Beh, in effetti quella inscenata da Luigi Mozzillo è stata una vera e propria pagliacciata. Peraltro, se andiamo nel merito, non si capisce cosa c’entri la lotta partigiana con i numerosi abusi edilizi gravanti sull’abitazione dell’assessore Belardo. In una città come Orta di Atella, soffocata dal cemento, bisognerebbe fare la “Resistenza” all’abusivismo. E dire Bella ciao agli speculatori. O no? In questo bailame è assordante il silenzio del sindaco Vincenzo Gaudino. Da quando si è insediato, nemmeno 8 mesi fa, ha cambiato una decina di posizioni. Prima ha fatto fronte comune con Città Visibile e Orta in Movimento. Poi ha scritto lettere d’amore ai Democratici e Riformisti. Nel frattempo il programma elettorale è rimasto chiuso a doppia mandata nel cassetto. E le promesse fatte ai cittadini sono volate vie come le capriole di fumo del focolare. Dall’esito dell’ultimo civico consesso si desume che Gaudino abbia stretto un patto di ferro con i Democratici e Riformisti. Che a loro volta fanno pesare il loro ruolo di forza di maggioranza relativa. Tra il sindaco e i seguaci di Gennaro Oliviero si era consumata una frattura, apparentemente insanabile, sulla spartizione delle poltrone. Oggi cos’è cambiato? Probabilmente l’arrivo dell’estate ha fatto tornare il sereno. Ognuno avrà il suo posto al sole.
Mario De Michele