Tre cellulari, un tablet, un computer, un portatile, 9 pendrive e diverse microsim. L’imponente sequestro dei device elettronici utilizzati da Maria Rosaria Boccia non ha fermato la manager di Pompei. Giusto il tempo di comprare un paio di cellulari nuovi e informare il mondo, rigorosamente via social, di averli acquistati: “#Operativa”, sulle note di “Io non ho paura”, di Fiorella Mannoia. Dunque altri post e repost in cui condivide le notizie sul suo conto, afferma di ricevere solidarietà e ventila un paragone con l’atleta algerina: “Boccia is the new Imane Khelif”.Dunque “Operativa”. In possesso di telefoni. Ed è grazie a quelli che ha rimediato le accuse contestate dalla procura di Roma: “Minaccia o violenza a un corpo politico”, a un suo esponente piuttosto, all’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo ha fatto, leggendo le accuse, chiamando ripetutamente “Sangiuliano richiedendo appuntamenti rifiutati”, o il ministero per sapere se la sua nomina fosse andata in porto. Sempre attraverso il telefono “informava Sangiuliano di una sua presunta gravidanza” e “contattava ripetutamente la moglie del Sangiuliano, con chiari riferimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito”. Ancora “simulava la sua presenza in luoghi frequentati provatamente da Sangiuliano” e “pubblicava progressivamente e in modo frammentato, ai media e sui social, notizie attinenti alla sua relazione con il Sangiulianio, ai rapporti con il ministero per la cultura e all’accesso a documenti e informazioni riservate del Ministero, ogni volta alludendo alla disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro”. Se le armi di Boccia erano i suoi telefoni, ieri la donna ha avvisato: “Operativa”.

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