“La libertà è condizione ineliminabile della legalità: dove non vi è libertà non può esservi legalità”. Si è ispirato a Piero Calamandrei il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa. In otto anni di mandato ha “liberato” la città dalla sottocultura imposta dal clan dei Casalesi. Oggi Casapesenna non è più la roccaforte del temutissimo boss Michele Zagaria. È un paese “normale” grazie all’azione straordinaria di un manipolo di amministratori locali animati dalla voglia di cambiamento. Una nuova classe dirigente che si è impegnata giorno dopo giorno, mattone dopo mattone per costruire la casa della legalità. “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”, diceva Martin Luther King. Con l’avvento di De Rosa gli onesti possono parlare ad alta voce. Un risultato impensabile fino a meno di un decennio fa. Quell’allergia alla legalità, per dirla con Francesco Saverio Borrelli, è stata curata e sconfitta. Lo Stato, per troppo tempo meno visibile di un fantasma, ha affermato con forza la sua presenza. Si è schierato accanto a De Rosa. Lo ha sostenuto e lo sostiene come dimostra la vicinanza del prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo e delle vere associazioni anticamorra, non quelle di facciata formate da sepolcri imbiancati. Per Andrea Camilleri “bisogna essere matti per sacrificare la propria vita in nome della legalità”. De Rosa è uno di quei “matti” che ha guardato oltre il muro dell’omertà. Lo ha abbattuto a colpi di piccone. Ha aiutato la legge per fare la guerra all’illegalità. Una guerra vinta su tutti i fronti. Ha vinto De Rosa. Ha vinto lo Stato. Hanno vinto i cittadini di Casapesenna. “D’ora in poi ci saranno solo chiarezza e giustizia. Gli ultimi avanzi di una illegalità sorpassata e fatale saranno distrutti”, direbbe Emilio Lussu.

Marcello De Rosa

Un’altra pietra miliare su cui si fonda il palazzo della legalità è il campo di calcetto realizzato con il riciclo degli pneumatici su un bene confiscato al boss Luigi Venosa. “È l’ennesimo bene restituito alla collettività, l’ennesima dimostrazione che il vento di legalità soffia forte a Casapesenna”, dichiara con orgoglio il sindaco De Rosa. Che pone l’accento sulla sinergia tra Stato, Prefettura, Agrorinasce, associazioni e l’amministrazione comunale. “Con la nostra azione, sempre improntata all’affermazione della legalità, – sottolinea il primo cittadino di Casapesenna – abbiamo ottenuto tantissimi finanziamenti. Adesso è tempo di continuare a lavorare in sinergia con le istituzioni per portare sempre più in alto le eccellenze e la voglia di rinascere del nostro territorio”. De Rosa ha pagato a caro prezzo per il suo impegno per la legalità. I professionisti dell’antimafia hanno cercato in ogni modo di infangare la sua immagine. Non potendolo colpire sul piano politico-amministrativo hanno tentato di abbatterlo azionando la macchina del fango. Ma di fronte hanno trovato il ventilatore dell’onestà che ha rigettato quel fango in faccia ai finti paladini della legalità. Mentre De Rosa, tra mille difficoltà, sventolava il vessillo della lotta alla camorra c’era chi remava contro brandendo l’arma della diffamazione. Ma il tempo è galantuomo. De Rosa è caduto in piedi. Gli altri, i suoi detrattori, sono stati risucchiati dalle sabbie mobili dell’indecenza. “Lo Stato – osserva il sindaco di Casapesenna – ha distrutto un sistema malavitoso devastante per la città, altri hanno raccontato questo territorio come un luogo dove non batteva il sole. Ora si può e si deve raccontare una storia diversa, una storia di cambiamento. Casapesenna ce l’ha fatta. Ha perso chi voleva demolire un intero territorio e i suoi cittadini per interessi personali”. In pochi anni l’amministrazione comunale ha ridato alla collettività molti beni confiscati: è stata aperta l’isola ecologica con rimessa degli automezzi su un terreno confiscato a Vincenzo Zagaria, l’immobile del boss Luigi Venosa si è trasformato in un Caffè letterario, ha visto la luce l’Ostello gioventù su un bene di Alfredo Zara, a breve sarà inaugurato il Caseificio sociale, sorto in un edificio sottratto a Beatrice Zagaria, in uno stabile di Michele Zagaria è nata una start up per ospitare anziani con disabilità, l’immobile un tempo di Salvatore Nobis è stato destinato a ospitare gli anziani in difficoltà. Insomma De Rosa e la sua squadra di governo hanno fatto miracoli. Hanno rivoltato la città come un calzino. Nei prossimi mesi prenderanno forma altri tre importanti progetti. Il Comune ha chiesto al ministero dell’Interno un finanziamento di 5 milioni di euro per allestire un orto sociale, una piazzetta e un’area per il passeggio dei cani su un suolo di 18 ettari confiscato a Vincenzo Zagaria. In un altro immobile sottratto sempre a quest’ultimo saranno costruiti, nell’ambito dell’housing sociale, 8 appartamenti con esercizi commerciali al piano terra e una piazzetta antistante. Infine su terreno di Alfredo Zara nascerà un rifugio per animali. Eraclito: “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi”. Marcello De Rosa ha scelto, pensato e fatto sempre, anche nei momenti difficili, anche quando è stato sul punto di mollare, l’interesse della collettività. Ed è diventato un sindaco ammirevole. Sotto la fitta sassaiola dell’ingiuria ha pianto, gli è balenata per la testa l’idea dimettersi. Ha resistito e si è battuto come un leone. Ora può finalmente sorridere. Il suo sogno si è avverato: Casapesenna è uscita dal tunnel. Le parole di Fabrizio Caramagna sembrano cucite addosso a Marcello De Rosa: “Rinascere, “rialzarsi”, “riscattarsi”, “ripartire”. Senti come suonano bene, profumano di coraggio e di possibilità”.

Mario De Michele

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