“L’ennesimo attacco del presidente della Giunta Provinciale di Caserta Domenico Zinzi non ci sorprende più di tanto. Siamo da tempo abituati alle strumentalizzazioni. La vicenda del Consorzio Idrico Terra di Lavoro e dell’ATO 5 è un ulteriore episodio di una strategia di attacchi gratuiti al presidente Caldoro e alla Regione, che viene accusata strumentalmente per mascherare proprie mancanze. Nessuno vuole scippare niente a Caserta.
I fatti dicono che il CITL, il Consorzio Idrico Terra di Lavoro, ha accumulato debiti nei confronti della Regione per 103 milioni di euro di soli canoni idrici ai quali si aggiungono i debiti per circa 20 milioni di euro nei confronti di Acquacampania (concessionario per la Regione Campania) e il debito della depurazione nei casi in cui il Consorzio era addetto alla riscossione.” Cos’ l’assessore alle Acque e Acquedotti Giovanni Romano.
“A nulla sono valsi anni di trattative per cercare di recuperare quanto dovuto alla Regione per il tramite del concessionario. Di fronte alle gravi inefficienze del servizio e alla sostanziale insolvenza del Consorzio, per evitare responsabilità contabili e patrimoniali e per la sicurezza dei cittadini, il trasferimento delle reti idriche si è reso necessario. Riguardo alla vicenda dell’ATO 5, il presidente della Provincia sa benissimo che tale costituzione è fortemente viziata da una procedura non legittima che non ha messo la Regione nella condizione di riconoscerne la validità. Come si può pensare di nominare il commissario di una entità che, giuridicamente, ancora non c’è? La verità è che la frettolosa “costituzione” dell’ATO 5 è avvenuta con enorme ed incomprensibile ritardo, in un periodo particolarmente convulso perchè caratterizzato da consultazioni elettorali e dopo l’avvenuta promulgazione di una legge nazionale che ha decretato la cessazione delle Autorità d’Ambito operative e regolarmente costituite. Invocare tale legge per far “resuscitare” un ATO mai esistito è francamente troppo”, conclude l’assessore.