CASERTA – Nelle due giornate di ascolto e confronto con i cittadini del Parco Vanvitelli, tenutesi nell’ambito del progetto ‘Laboratorio di quartiere’, ideato dall’Ing. Elia Calabrò, e coordinato da un gruppo di realtà casertane (Comitato di Quartiere Vanvitelli, Casa delle Associazioni di Caserta, Società fotografica Casertana, Comitato per l’Acqua bene comune, Comitato Città Viva, etc…) che assieme al Circolo cittadino Pablo Neruda di SEL hanno deciso di collaborare per il progetto, è risaltato in tutta la sua gravità anche un problema di emergenza ambientale che da anni affligge questo popoloso quartiere della città di Caserta.

Nello specifico è emersa la presenza di amianto sul 20% delle coperture degli edifici del Parco, in particolare sulla tettoia dell’ex spogliatoio dell’ormai dimenticato campo di calcio situato al centro del Parco ed oggi adibito a Circolo di Quartiere. La gravità della situazione deriva dal fatto che la tettoia, fortemente danneggiata, rilascia polveri di amianto, i cui terribili effetti che possono avere sulla salute dei cittadini è anche superfluo spiegare. Il Circolo Cittadino di SEL che nel Laboratorio di Quartiere con Egido Francesco prende il ruolo di Coordinatore del Back-End, ha deciso di mobilitarsi per la risoluzione di questo primo e più importante problema venuto fuori nelle due giornate di ascolto nel Quartiere.

“Questa storia dell’amianto nel Parco e della bonifica relativa ci riporta ad una  storica querelle, fatta di  polemiche e ricorsi legali tra l’IACP e gli abitanti del quartiere, in quanto, l’ente pubblico, dopo aver proceduto alla bonifica dell’80% dell’area, in base alle disposizioni della legge 257/92, si è successivamente rifiutato di completare l’opera di risanamento, adducendo una presunta presa in responsabilità del restante onere a carico dei cittadini del Parco. Un ricorso avanzato dai residenti, e accolto dal TAR, ha escluso questo obbligo per i cittadini. Da quel momento i fatti restano tali; i lavori non vengono più ripresi e l’amianto resta sui tetti dei residenti. Nel 2004 alcuni cittadini in forma privata ricorsero all’ARPAC che dopo aver verificato l’effettiva esistenza di amianto e l’effettiva pericolosità della tettoia dell’ex spogliatoio, rilasciò  una “Relazione tecnica con determinazioni relative” dove veniva assegnato il secondo grado di pericolosità e dove si indicava la procedura di smaltimento e rimozione in base alle normative vigenti.

A questo punto riteniamo che il Comune di Caserta non possa restare indifferente di fronte ad una situazione di emergenza sanitaria che rischia di avere pesanti ripercussioni sulla salute dei residenti, e sarà cura degli organizzatori del progetto ‘Laboratorio di Quartiere’, insieme ai cittadini, inviare tutti gli atti e le necessarie sollecitazioni affinché questa giunta, adotti i necessari provvedimenti per rendere vivibile e salubre questo importante quartiere cittadino.

Come Circolo cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, prepareremo una interpellanza parlamentare per denunciare al Ministro dell’Ambiente la grave situazione che sopportano migliaia di abitanti della città, e stigmatizzare l’indifferenza scandalosa delle istituzioni locali di fronte a questi fatti.

Su questa vicenda il consigliere comunale Norma Naim, nell’ambito del progetto, si occuperà di proporre le tematiche denunciate al dibattito nei prossimi consigli comunali”.

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