SAN FELICE A CANCELLO – Il coordinatore del Circolo PD di San Felice a Cancello chiede a Zavoli di dimettersi e di lasciare il posto alla prima dei non eletti nella lista del Pd al Senato, ossia la casertana Lucia Esposito. “In questi giorni di dibattiti accesi e di gravi decisioni la gente ed il Partito Democratico hanno bisogno che si tenga conto delle opinioni della base e che siano intraprese iniziative coraggiose: una di queste, nel nostro piccolo, è che si dia al territorio la propria visibilità, favorendo l’ascesa di candidati locali al posto di quelli decisi dal partito.
Chiediamo perciò a Sergio Zavoli, presente al 2° posto nella lista del Senato in Campania, di farsi da parte e di non accettare la nomina a senatore. Il punto è: Zavoli è così al di sopra di tutti che è possibile fare il suo nome senza alcuna nota di polemica o per disistima, anzi. Se uscisse fuori Zavoli, per tantissimi la persona più limpida del PD e che anch’io ho ammirato da sempre (mi basta dire che in gioventù mi ha fatto appassionare al difficile sport del ciclismo con le sue cronache e le interviste ai Giri d’Italia) allora nessuno dei “notabili” potrà sentirsi intoccabile ed anzi dovrà sentire il peso dell’esempio. Figurarsi che l’attualità del mio territorio casertano è quella di un partito senza direttivo provinciale, sciolto tra le Primarie e le Politiche per la gestione delle prime e la controversa composizione delle liste dei candidati delle seconde. Oggi i giornali locali riportano ancora scontri tra le varie fazioni in vista del prossimo Congresso. Come se i risultati elettorali ed il Movimento 5 Stelle non avessero insegnato nulla… Quelle Primarie che già hanno rappresentato una novità e contribuito fattivamente ad un iniziale rinnovamento con l’entrata di una quota rosa come mai era accaduto in passato e che ancora prima avevano appassionato gli Italiani con il duello Bersani-Renzi. Noi chiediamo un processo di rinnovamento clamoroso, che dia a tutti, iscritti e non, la possibilità di sperare in strade politiche nuove, meno democristiane e meno comuniste, ma semplicemente democratiche. Per aiutare quelli che – partire da me – vogliono identificarsi in un partito nuovo, fuori dagli schemi della casta e che rinuncia alle risorse economiche (rimborsi, contributi elettorali, stipendi, privilegi…) – in un momento in cui la gente comune ne ha sempre di meno – puntando invece sulle risorse umane”.