di *Pasquale Iorio

“Il Planetario di Caserta ha terminato le attività il 30-06-2012 per le scadenze naturali dei contratti del personale. Ad oggi il comune di Caserta non ha ancora reso noto quale sarà il futuro della struttura”.

Con questo laconico messaggio viene annunciata la chiusura di un altro bene comune, di un vero gioiello di promozione della ricerca scientifica e della diffusione della cultura come fattore di coesione sociale. Ancora una volta ciò avviene nel silenzio e nell’indifferenza di una città come Caserta, che continua a dimostrarsi “distratta” nei confronti di opere di prestigio nazionale e di grande valore.

In primo luogo, appare sconcertante il fatto che il comune – titolare dell’opera realizzata nell’ambito del programma Urban II – finora non ha dato segnali di volontà per rilanciare le attività di cui avevano usufruito cittadini, associazioni, scuole e studenti. Come si legge in un comunicato del sito: “Vincere la forza di gravità, viaggiare nel tempo e nello spazio, vedere con i propri occhi ciò che finora si è solo immaginato e restare comodamente seduti in un ambiente perfettamente climatizzato, guidati dalla voce narrante e cullati da buona musica: il Planetario di Caserta è il posto ideale per tutto questo!

Inoltre, si fa osservare che si tratta del “primo planetario interamente digitale del centro sud Italia; sotto la cupola da 7 metri è ospitata una platea da 41 posti e la struttura non presenta barriere architettoniche”. Il Planetario chiude per mancanza di fondi e di risorse in un comune in dissesto. Ancora una volta la cultura rimane vittima di scelte sbagliate della politica. Per questo chiediamo al sindaco Del Gaudio ed all’Assessore alla Cultura di intervenire portando l’argomento all’attenzione del Consiglio Comunale e chiamando la città a partecipare ed intervenire per evitare il rischio di perdere definitivamente un’altra struttura di valore scientifico e di pubblica utilità.

Nello stesso tempo ci appare stupefacente anche il silenzio dell’Università, a partire dalla Facoltà di Scienza, che dovrebbe avere forte interesse a far funzionare un centro per la sperimentazione e diffusione scientifica. Le forze sociali e produttive, la rete delle associazioni di promozione sociale e di volontariato, il mondo della scuola e della cultura – a partire dalle Piazze del sapere – non possono rimanere inerti di fronte a questa situazione di stallo. Come è accaduto per la Biblioteca Civica, per il Chiostro di S. Agostino, per il Real Sito di Carditello dobbiamo fare rete e scendere in campo per evitare questo rischio. A tal fine proponiamo di organizzare per il giorno venerdì 21 settembre 2012 nella libreria Feltrinelli un incontro pubblico sul tema “Salviamo e riapriamo il Planetario di Caserta”.

*Vicepresidente Aislo

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