“La sanità pubblica nelle mani del clan dei Casalesi. Anzi, del vertice del clan dei Casalesi: che per almeno dieci anni, e fino a oggi, ha gestito le nomine di manager e funzionari dell’azienda ospedaliera di Caserta, finanziato campagne elettorali senza distinzione di sigle politiche ma solo in funzione del proprio interesse, fornito l’elenco delle ditte di fiducia per gli appalti. Non è il mondo di mezzo raccontato da ‘Mafia Capitale’, ma il ‘Mondo al contrario’, documentato dagli atti dell’indagine della Dia e della Dda di Napoli che ha portato oggi a 24 arresti”. Lo dice la senatrice del Pd Rosaria Capacchione, segretario della commissione Giustizia. “L’indifferenza e il cinismo degli Zagaria – continua Capacchione – hanno, di volta in volta, appoggiato uomini dell’Udeur, del Pd, del Pdl; favorito il passaggio di quell’uomo e di quell’altro da un partito all’altro; finanziato le prime primarie regionali del Pd, nel 2007, e assecondato le ambizioni di altri alla Provincia. Certo, il grosso dell’inchiesta riguarda il sistema di potere dell’Udeur prima, del Pdl dopo, ma non è un dato confortante. Denuncia, invece, la debolezza della politica e la vulnerabilità del Pd e il pericolo sempre attuale, in una terra di mafia quale è la provincia di Caserta, di inquinamento delle scelte elettorali. Nascondere questo fatto è pericoloso. Tocca al Pd, innanzitutto, rafforzare le proprie difese e mettere in campo iniziative utili a ritrovare l’etica della politica, la sua funzione di servizio. Ed è indispensabile, dunque, prima ancora che entrino in vigore la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale, pensare a una riforma radicale della struttura dei partiti, perché possano tornare a svolgere una funzione di controllo e di selezione della classe dirigente del Paese”.

 

 

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