La Federazione di Sinistra Ecologia Liberta della provincia di Caserta definisce la soluzione data alla vicenda dell’Asi come “a dir poco sconcertante sia per ragioni di merito che di metodo”. Sel condivide “il giudizio e le preoccupazioni espresse della Senatrice Rosaria Capacchione perché pongono al centro i nodi veri e le ragioni serie sull’utilità o meno del “vecchio strumento consortile” a fronte delle nuove sfide dettate dalla crisi economica e sociale e del totale impoverimento dell’apparato e delle aree industriali della nostra provincia”. Le Asi, nate nella seconda metà degli anni 50, hanno progressivamente esaurito la propria funzione di sviluppo, coinvolgimento e coordinamento del rapporto “industria e territorio” per diventate una scatola pressoché vuota. “Sarebbe necessario – si legge nella nota – a partire dall’esperienza delle Asi, puntare a un superamento di questi strumenti, costruendo una nuova intesa tra parti sociali, forze produttive, istituzionali e l’università capace di tornare a valorizzare le vocazioni territoriali, intercettando le fondamentali risorse messe a disposizione dall’Europa. Questa è la proposta che Sinistra Ecologia Libertà ha avanzato nella recente Conferenza provinciale di Programma: mettere assieme, unificare in un solo fronte le “forze dello sviluppo” e l’istituzione una task-force di progettazione guidata dall’Ateneo casertano”. “Allo stato – dichiara Gianni Cerchia, coordinatore provinciale di Sel – possiamo solo prendere atto che il gruppo dirigente del Pd di Terra di Lavoro non solo non ha inteso discutere quella proposta in alcun modo, ma ha preferito finanche occuparsi della pura esistenza in vita di una “presidenza e di un consiglio d’amministrazione” e in particolare sancire gli equilibri in maniera trasversale con il centrodestra casertano. Vorremmo – conclude Cerchia – che il Pd abbondonasse la politica delle larghe intese, mutuando anche a Caserta l’indirizzo nazionale, e ritrovasse la funzione propria di leadership del centrosinistra non certo per ragionare sugli assetti della gestione o delle spartizioni, ma per trovare soluzioni alla crisi e affrontare il tema delle prospettive di crescita e di sviluppo dei nostri territori a partire dal programma e dai contenuti da porre a base delle elezioni regionali del 2015”.

 

 

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