Da “caso” politico a battaglia legale. Biagio Lusini ha già incaricato i suoi legali per presentare ricorso con il provvedimento di decadenza dal cda dell’Asi Caserta. Per l’ex sindaco di Teverola non ci sono i presupposti giuridici per estrometterlo dal comitato direttivo del Consorzio. Ricostruiamo la vicenda. Lo scorso 16 luglio il presidente dell’Asi Raffaella Pignetti ha inviato un parere all’Autorità nazionale anticorruzione. Due i punti posti all’attenzione di Raffaele Cantone: “se i componenti del consiglio generale nominati da sindaci non più in carica decadono o meno dalla carica di componente del consiglio generale; se i componenti del comitato direttivo, eletti dal consiglio generale, laddove sostituiti dal consiglio stesso, dagli enti che li hanno nominati, decadano o meno dal comitato direttivo”. Il problema è sorto dopo la mancata riconferma di Lusini a sindaco di Teverola alle comunali di maggio. Dalle urne uscì vincitore Dario Di Matteo, anch’egli membro del cda dell’Asi. La risposta dell’Anac arriva il 23 settembre scorso. “…le funzioni di gestione amministrativa svolte dai membri del comitato direttivo, in quanto eletti dal Consiglio generale, – scrive Cantone – portano a ritenere che, questi ultimi, una volta sostituiti ovvero rimossi da tale organo, per volontà degli enti nominati, debbano decadere dal comitato direttivo”. Il 6 ottobre la Pignetti chiede il parere anche dell’Avvocatura della Regione Campania, che risponde il 13 ottobre. “Con riferimento alla specifica fattispecie oggetto del quesito, si osserva che dalla documentazione inviata in allegato è dato rilevare che l’Autorità nazionale anticorruzione, pur sinteticamente, ha espresso il proprio parere in merito alla questione, dirimendo i dubbi interpretativi prospettati”. Insomma, sia secondo l’Anac che l’Avvocatura della Regione Campania sussistono gli elementi per la decadenza di Lusini. Sulla scorta dei due pareri la Pignetti dichiara decaduto dalla carica l’ex sindaco di Teverola.

Diametralmente opposta l’interpretazione normativa dei legali di Lusini. La contestazione nasce dal fatto che in effetti né la legge regionale, né lo statuto vigente dell’Asi, né quello modificato che ancora attende di essere approvato dalla Regione Campania prevedono espressamente alcuna ipotesi di decadenza da componente del comitato direttivo per chi non fa più parte dell’Assemblea generale. Secondo gli avvocati di Lusini si tratta di un aspetto dirimente a suo favore proprio alla luce dei principi e della giurisprudenza costituzionale richiamati nel parere dell’Anac, che fanno sempre riferimento alla legittimità costituzionale o meno di ipotesi di decadenza tutte espressamente previste dal legislatore. Ora spetterà all’assemblea generale dell’Asi prendere atto della decadenza. Ma Lusini darà filo da torcere per far valere le sue ragioni in sede legale. Anche perché non ha per nulla gradito l’atteggiamento della Pignetti. Il presidente dell’Asi non l’avrebbe neanche avvisato dei pareri inviati a Cantone e alla Regione. Un atteggiamento ritenuto scorretto sia sotto il profilo personale che istituzionale. E se sul piano giuridico si apre un fronte di guerra, sul versante politico si chiude, almeno per ora, il capitolo Lusini. L’elezione dell’ex sindaco teverolese nel cda del Consorzio (oltre all’accordo con Fi) contribuì fortemente a determinare una frattura insanabile nel Pd casertano. Le componenti di minoranza presentarono una mozione di sfiducia contro il segretario provinciale Raffaele Vitale che non passò per un soffio. E fino a ieri il caso Asi è stato uno dei motivi principali per i quali i dissidenti dem hanno chiesto a ripetizione le dimissioni del sindaco di Parete. Con la decadenza di Lusini la vicenda dovrebbe essere definitivamente archiviata, almeno dal punto di vista politico. Resta però aperta la battaglia legale.

Mario De Michele

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