Una cosa va detta in premessa. L’amministrazione comunale di Sant’Arpino non può continuare a nascondere atti, ordinanze e provvedimenti importanti chissà in quali cassetti. Non è accettabile ad esempio che un cittadino stia aspettando da oltre quattro mese la documentazione inerente presunti abusi edilizi nel cimitero. Altrettanto insopportabile è il mistero che aleggia sulle misure adottate per l’adesione all’Acquedotti. Il sindaco Giuseppe Dell’Aversana e il suo team sono partiti sparati. Poi tutto è finito nelle sabbie mobili. E non si capisce come, quando e se il Comune entrerà o meno a far parte del Cda della società idrica, di cui Orta di Atella è socio di maggioranza. Nel tentativo di strappare il velo che avvolge l’iter tecnico-burocratico Maria Rosaria Di Santo, consigliere comunale di Alleanza Democratica ha diffidato Dell’Aversana e la segretaria comunale a rilasciare tutti gli atti così come prescrive la legge. La figlia dell’ex sindaco Eugenio Di Santo (molto più preparata del padre) ha avanzato la richiesta già diverso tempo fa. Ma Dell’Aversana ha fatto orecchie da mercante costringendo l’esponente della minoranza a presentare la diffida.
“Avendo inoltrata, ai sensi dell’art. 47 del Regolamento Comunale, regolare richiesta di acquisizione degli atti inerenti la proposta di adesione alla società Acquedotti SCPA, – scrive la Di Santo – ma non avendo ricevuto, ad oggi, alcun riscontro alla mia di cui sopra; nella considerazione che sono trascorsi inutilmente ed abbondantemente i 30 giorni previsti dal d.lgs. n. 97/2016, diffida l’autorità in indirizzo all’adempimento di quanto richiesto entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente, potendosi ravvisare gli estremi di reato previsti dall’art. 328 c.p. co”. La stessa diffida è stata inviata anche al sindaco di Orta di Atella Andrea Villano e al presidente del consiglio Nando D’Ambrosio. Il consigliere di opposizione, l’unica che seppur con lentezza sta realmente svolgendo un ruolo di controllo, già aveva incalzato il sindaco Dell’Aversana e il vice segretario comunale Salvatore Compagnone chiedendo di “visionare tutti gli atti depositati ed acquisiti presso gli uffici comunali inerenti tale questione, comprensivi della valutazione costi-benefici”.
L’attività di accertamento dei Maria Rosaria Di Santo non finisce qua. La giovane componente dell’Assise santarpinese ha chiesto chiarimenti anche sulla delibera varata dal consiglio comunale “di acquisizione di quote, per un controvalore di 1.500 euro della Acquedotti Scpa, cedute dal Comune di Orta di Atella”. Su questo punto ha chiamato in causa il sindaco ortese Villano e la dormiente Imma Quattromani, presidente della Commissione Trasparenza di Sant’Arpino. La Di Santo ha posto una serie di domande per approfondire alcuni aspetti dell’intricata vicenda. “La sottoscritta chiede di sapere se, agli atti dell’Ente di Sua pertinenza, risulta inoltrata, da parte del Comune di Sant’Arpino, una richiesta di acquisizione di quote della società Acquedotti Scpa; se, eventualmente dovesse essere stata inoltrata, in quale data; se, a seguito di regolare richiesta, quest’ultima avesse ricevuto accoglienza favorevole o meno”.
L’esponente di Alleanza Democratica ha fatto la sua parte a differenza di Iolanda Boerio che nella sua azione amministrativa o tace o quando interviene straparla. Deplorevole l’atteggiamento dei consiglieri di finta opposizione Elpidio Maisto e Giuseppa Dreia che addirittura hanno votato a favore dell’adesione all’Acquedotti. Della Quattromani già abbiamo parlato. Si è stretta nelle braccia di Morfeo. E non si sveglia nemmeno con le cannonate.
Mario De Michele