NAPOLI – “La recente costituzione, da parte della Provincia di Caserta, dell’ATO 5 Campania, previsto dalla legge regionale n. 1/2007 e fino ad oggi mai entrato in funzione, rappresenta una scelta criticabile in quanto non risponde ad alcuna esigenza di razionalità, in deroga al consolidato criterio dei bacini idrografici”. Lo dichiara Alberto Lucarelli, assessore ai Beni comuni e all’Acqua pubblica del Comune di Napoli, ente socio di maggioranza dell’ATO 2.
Per Lucarelli “un quinto ambito regionale rappresenta una potenziale violazione del principio di economicità che deve presiedere all’organizzazione del SII (cfr. C. cost., sent. n. 325/2010), poiché un’irrazionale suddivisione del territorio può facilmente dare luogo ad inefficienze nella gestione del servizio”. “Si tratta – aggiunge l’assessore – di un estremo, ancorché anacronistico, tentativo di affermare il ruolo e il peso politico delle Province, in un momento in cui tali enti sono fortemente messi in discussione dall’opinione pubblica e dal legislatore (cfr., da ultimo, il d.l. n. 95/2012 sulla cd. spending review)”. “L’istituzione dell’ATO 5, inoltre, ostacola il progetto di un governo pubblico dell’acqua da realizzare sul territorio originario dell’ATO 2 Napoli-Volturno, in continuità con il percorso intrapreso dal Comune di Napoli con la trasformazione di ARIN Spa nell’azienda speciale ABC (Acqua Bene Comune). Il Comune di Napoli aveva formalmente chiesto all’Ente di ambito e a tutti i sindaci dei Comuni interessati di avviare un percorso di mantenimento dell’assetto originario, verificando anche ipotesi giuridiche di gestione del servizio. Questo percorso – conclude Lucarelli – adesso dovrà continuare nell’ambito del nuovo ATO che comprende l’area Napoli-Volturno”.