Credo che progettare il futuro di una città sia una cosa seria e, principalmente, da guardare sempre con una prospettiva a lunga gittata. Vedere come in questi anni i progetti di riqualificazione del nostro territorio siano stati tra loro disgiunti e principalmente incoerenti con una linea di logica interdipendenza, crea realmente una sorta di perplessità non solo in me, ma in tanti cittadini aversani. E’ possibile che tutte le cose poste in essere dalle precedenti amministrazioni siano solo esecuzioni, spesso mal riuscite, di “promesse fatte in campagna elettorale” ? Parliamo di via Roma, opera di “ordinaria amministrazione” che ci stanno servendo come una grande opera pubblica, o del rifacimento del carcere mandamentale, che doveva essere una casa dello studente che mai è stata aperta, o di quel Leonardo Bianchi, acquistato dal comune e lasciato marcire alle intemperie….! E gli esempi di tale scarsa e traballante progettualità sono diversi, infiniti, molteplici: Ahimè . Ed allora iniziamo a tracciare dei solchi sui quali installare i binari di un rilancio vero della nostra città, attraverso la sua storia, le sue molteplici vocazioni e le sue potenzialità ! Ed iniziamo proprio da quello che poteva essere un volano di sviluppo, mai compreso dai nostri amministratori, a causa della loro mal celata incompetenza e, magari, approssimazione: La tradizione musicale aversana, ovvero Jommelli e Cimarosa. Non servono festival arraffazzonati, dispendiosi. Non serve buttare dalla finestra centinaia di migliaia di euro creando degli eventi ai quali la gente non va, perché in essi non crede. Progettualità vuol dire partire dall’essenziale. Ogni Festival musicale in Italia, e parlo di Pesaro, Torre del lago, Martina Franca, è nato creando una struttura organizzativa, una Fondazione con a capo “Intellettuali, musicisti, esperti”. Ad Aversa di fondazione Cimarosa si parla da circa 50 anni: “La costituenda Fondazione Cimarosa”, omni presente nei programmi PD, PDL, PSI, DC, PCI…..! Bene: Per fare una Fondazione ci vogliono pochi giorni di lavoro e principalmente la volontà di chi la vuole porre in essere ! Ma questa ad Aversa non c’è mai stata. Poco male, visto e considerato i soggetti che volevano, poi, tenerne le redini ! Ma andiamo oltre. La musica, per essere eseguita, ha bisogno di spazi. E ad Aversa non ne abbiamo. L’unico teatro classico è il Cimarosa, che oltre ad essere privato, ha il problema di un palco di pochi metri quadrati e della mancanza di una buca d’Orchestra. Quindi è inadatto sia ad allestimenti lirici che a concerti con grande orchestra. Il Metropolitan, anch’esso privato, ha il problema di una pessima acustica. Allora, perché non individuare, all’interno delle strutture già esistenti, un luogo che può essere deputato al ruolo di Auditorium ? Molte voci si sono succedute in proposito in questi anni, ma riguardanti chiese da ristrutturare, sempre e comunque di piccole dimensioni, inadatte a prescindere per ospitare concerti e manifestazioni di grande portata. In proposito facciamo notare che sia Jommelli che Cimarosa scrivevano già per orchestre di una certa consistenza, e che quindi se il luogo per l’esecuzione è ridotto, il pubblico avrebbe poco spazio. Ed allora perché non pensare a strutture da riutilizzare di una certa ampiezza ? Come magari una tra le due grandi strutture della chiesa del Carmine e di quella di San Domenico ? La prima di proprietà demaniale, ma ahimè sormontata da una grande cupola, che rende l’acustica realmente inadatta. La seconda, invece, di proprietà del Fondo edifici di culto, ma priva di cupola, e quindi più adatta ad esecuzioni musicali di un certo rilievo. Gli esempi di tale riutilizzo di spazi destinati precedentemente al culto in Italia sono molteplici. L’Auditorium del Caravita a Roma, la magnifica chiesa di San Francesco a Firenze, quella di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta a Napoli…..! Tutte strutture riadattate che hanno, comunque, conservato il loro valore artistico ma che, con il cambio di destinazione d’uso, hanno acquistato una nuova valenza e, principalmente, sono andate a colmare una carenza di spazi che, spesso, sul territorio italiano inficia la possibilità di portare la musica e l’arte dappertutto. Ed allora perché non inserire una proposta del genere, relativa alla chiesa di San Domenico, in un programma elettorale quale è quello del Movimento 5 stelle Aversano, alla luce del fatto che tale entità si apre alle proposte della cittadinanza attraverso le sue piattaforme su internet ? E principalmente tenendo conto che proprio il Movimento 5 stelle ha lanciato il progetto Restart Campania per recuperare Fondi Europei per il restauro di beni architettonici campani ? Se la chiesa di San Domenico si inserisce in un progetto unitario di recupero della struttura e di utilità della stessa per un utilizzo atto a valorizzare il patrimonio musicale della città, credo che qualche speranza di poterla vedere finalmente aperta la avremo. E la sentiremo finalmente un luogo degli aversani tutti ! Iniziamo a pensare in grande, per una grande città !!!
Nelle foto la chiesa di San Domenico ad Aversa e quella di San Francesco a Firenze.
Carmine Monaco.