“Da quello che si apprende dalla carta stampata le consultazioni per la composizione della nuova giunta sono quanto di più lontano possibile da quella svolta che auspicavamo nell’interesse della città. Forse, non siamo nemmeno di fronte al regolamento dei conti interno alla maggioranza, ma soltanto ad un mero bisogno di restare incollati alle poltrone”. Lo dichiara il segretario cittadino del Partito democratico Francesco Gatto che rilancia: “Alcuni giorni fa ho paragonato la situazione politica di Aversa ai barattieri dell’inferno dantesco. Da quel che leggo quelle parole sono ancora più valide. Dal dibattito sui nuovi assessori mancano totalmente criteri quali competenza e merito. Vale il principio di amicizia con il sindaco o, peggio ancora, si incentiva il salto della quaglia per cercare di difendere la maggioranza numerica in consiglio comunale. L’unico principio è il tutti contro tutti nel nome della visibilità. Se la città non fosse in condizioni disastrose verrebbe quasi da ridere. Tutti vogliono un posto in giunta, sappiamo solo questo mentre idee e progetti sono spariti dal dibattito”. “Vorremo capire, poi, se il coordinatore cittadino di Forza Italia in questa partita vestirà i panni di figlio del sindaco, assecondando il padre nell’affidamento a Ronza della delega di vicesindaco, o quelli di leader del partito che con undici consiglieri comunali (almeno sulla carta dato che non hanno ancora avuto il coraggio di costituire il gruppo in consiglio) rivendica ampia visibilità in giunta. Nella risposta a questa domanda ci sono tutti i motivi per i quali riteniamo paradossale l’incarico ricoperto da Orlando De Cristofaro. Oltre al familismo, si gioca anche una partita politica importante per gli equilibri interni a Forza Italia. Le conseguenze, naturalmente, saranno pagate da Aversa che sarà sacrificata agli interessi del campo marcianisano o santantimese”. “Spero che De Cristofaro nel comporre la nuova giunta non si ispiri a Caligola che nominò senatore il suo cavallo dato che parenti e amici sembrano finiti “, conclude ironico il segretario dem.

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