“Il tentativo di infiltrare le primarie con esponenti politici di centrodestra andava respinto, per rispetto degli iscritti, dei militanti e della città non poteva esser permesso che chi da oltre venti anni si è reso protagonista di numerosi cambi di casacca minasse la credibilità di una coalizione che vuole chiudere, definitivamente, una era politica”. Lo dichiarano in una nota unitaria il segretario e il presidente cittadino del Partito democratico di Aversa Carmine Esposito ed Elena Caterino. “Sabato pomeriggio abbiamo assistito a qualcosa di gravissimo e inaccettabile. Due autorevoli esponenti istituzionali del nostro partito sono venuti a presentare un candidato alle primarie in contrapposizione a quello scelto all’unanimità dal direttivo cittadino del Pd. Siamo pronti a chiedere il deferimento alla commissione di garanzia di tutti gli iscritti che si sono resi protagonisti di questa iniziativa contro il partito di cui dicono di far parte”. “La candidatura di Villano – aggiungono -è il frutto di un percorso cristallino e trasparente, iniziato quasi tre anni fa, mentre qualcuno ha preferito riunioni carbonare, per fare gli interessi della propria componente e non certo il bene della città, facendosi dettare la linea e gli uomini da Peppe Stabile, il quale è stato il protagonista assoluto della fine anticipata dell’amministrazione Sagliocco. E’ bene ricordare i fatti di quei giorni, quando Stabile non ha avuto il coraggio di affrontare alla luce del sole tale rottura. I cittadini ricordano ancora le cronache di siti web e quotidiani locali quando Stabile si trasformò nell’introvabile pur di non essere raggiunto da una semplice notifica o da una telefonata. Ma quella è solo l’ultima puntata di una lunga carriera politica fatta di continui cambi di casacca e di coalizione. Basta ricostruire la storia delle elezioni amministrative dal 2002 ad oggi per rendersi conto. Noi riteniamo assolutamente incompatibile questa storia politica, questo modo di fare politica con il centrosinistra e con il Partito democratico”. “Sull’Asi e su Graziano non commentiamo perché il lavoro della Pignetti per la legalità, la trasparenza e il rilancio della mission dell’area è sotto gli occhi di tutti. Non hanno certo bisogno di avvocati difensori, parlano i fatti”, concludono.


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