Si è dimesso il sindaco?  E’ la domanda che per tutta la giornata di oggi si è rincorsa nei vicoli e nelle strade della città normanna. In Piazza Municipio a Via Roma addetti ai lavori, giornalisti e semplici cittadini provavano a decifrare i volti di chi lasciava la casa comunale. E’ stata una giornata convulsa che vale la pena ricapitolare. Stamattina il presidente del civico consesso Giuseppe Stabile era atteso in comune per effettuare la convocazione d’urgenza del consiglio comunale in modo da permettere l’approvazione del bilancio di previsione entro il termine imposto dalla diffida del prefetto. Nella diffida (che pubblichiamo anche come immagine) è scritto: “Diffida il Consiglio comunale di Aversa ad adottare la deliberazione di approvazione del bilancio di previsione 2015 corredata dalla relazione previsionale e programmatica e dal bilancio pluriennale, ai sensi degli art. 170 e 171del decreto legislativo n° 267/2000, entro il termine di venti giorni dalla notifica del prese atto ai singoli consiglieri comunali. Avverte a tutti gli effetti di legge, che, decorso infruttuosamente il suddetto termine e senza citeriore preavviso, saranno adottati i provvedimenti sostituiti di cui all’art. 1, comma 2 del decreto legge 22 febbraio 2002 n. 13 ( Testo: Trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla giunta il relativo schema, il prefetto nomina un commissario affinche’ lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio. In tale caso e comunque quando il consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla giunta, il prefetto assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a venti giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente e inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio). Il presidente del Consiglio comunale di Aversa è incaricato dell’esecuzione del presente provvedimenti. Dell’avvenuta notifica il presidente del Consigli darà tempestiva comunicazione a questa prefettura.” Tradotto in parole povere: se non approvate il bilancio entro il 3 l’amministrazione comunale di Aversa verrà sciolta per non aver approvato il bilancio di previsione. Sono tassative e non interpretabili le parole messe nere su bianco dalla Prefettura di Caserta. Parole confermate anche dalla segretaria Annetta di Ronza questa mattina a Salvino Cella, Gianpaolo Dello Vicario e Augusto Bisceglia, i quali in qualità di componenti della commissione trasparenza hanno posto due quesiti: il termine ultimo per celebrare il consiglio e se c’erano i motivi dell’urgenza per una nuova convocazione.  Il mancato arrivo di Stabile in comune ha fatto scattare le voci sulle possibili dimissioni. Sembrava che Sagliocco pur di non essere mandato a casa per volontà di altri, dopo aver tenuto la seduta di giunta, si sarebbe dimesso. Ma dopo la giunta ciò non è accaduto. Sagliocco ha lasciato il comune ed è andato dal Prefetto per esporgli la situazione. Il capogruppo di Noi Aversani Rosario Capasso, invece, ha sondato il terreno per trovare il tredicesimo consigliere comunale dalle fila dell’opposizione. Tentativi estremi e forse disperati con i consiglieri di centrosinistra e poi con qualche consigliere fuoriuscito dalla maggioranza ad inizio consiliatura. In particolare, sembrerebbe che Capasso abbia chiesto a Lama di permettere l’approvazione del bilancio ma abbia ricevuto una riposta negativa. Domani sindaco, maggioranza e opposizione potrebbero seguire lo stesso copione di oggi. Sembra però che Stabile non potrà andare a convocare il consiglio comunale perché dovrà sottoporsi ad accertamenti clinici. L’opposizione ha già fatto sapere che anche in caso di convocazione d’urgenza non parteciperà al consiglio  non volendo “legittimare” questo “teatrino”.  Sagliocco per salvarsi in extremis ha bisogno di un miracolo perché la tesi che il malore di Stabile possa giustificare una procedura d’urgenza non sembra reggere (infatti sembra che Stabile abbia chiesto chiarimenti in merito senza essere convinto dalla riposta ottenuta), anche perché dopo la pausa pranzo al momento dell’appello erano 11 i presenti in aula. E poi, in tanto si chiedono, se si fosse sentito male un consigliere d’opposizione cosa sarebbe successo? L’assise sarebbe andata sicuramente avanti. E’ uno spettacolo che la città non merita. 48 ore e arriverà la parola fine. In un verso o nell’altro.

Angelo Golia

 

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