CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Sel Caserta . “Questa città è sull’orlo della bancarotta culturale oltre che su quella economica. La città di Caserta deve prendere atto che l’intero patrimonio monumentale della città è   svilito,  perché i siti monumentali di maggior prestigio sono stati progressivamente svuotati dei significati più importanti.

Questa situazione  è l’emblema della inadeguatezza della classe dirigente Regionale , Provinciale e Comunale, una filiera istituzionale che  non riesce a produrre benefici da un patrimonio monumentale  che il mondo  intero ci invidia, e  su cui si  sperperano,   da anni, fiumi  di denaro pubblico.

La realtà è che questi beni, Patrimonio dell’umanità,  giacciono in un territorio acefalo,  non  adeguato al valore dei monumenti , i quali sono  tenuti in considerazione  solo  quando c’è da   segnalarne  brutture o crolli, o  da trovare argomenti  trattati in maniera banale  nei  momenti  topici come una campagna elettorale,  poi è il silenzio.

Oggi  vige una parola d’ordine nell’apparato  amministrativo del centrodestra , incapace di formulare proposte  decenti sulla gestione del patrimonio monumentale della città,  che è: “cedere  ai privati”.

Così  è  nelle proposte del sindaco per il Belvedere di San Leucio; è  già cosi nella gestione del Teatro Comunale;  è cosi nelle proposte per la Reggia fatta dal commissario regionale dell’UDC e candidato alla camera Gianpiero Zinzi.  A questo punto ci si può domandare  perché ci si candida a  governare i beni pubblici.

Intanto, tutto ha un costo e viene fatto  passare  come ineluttabile  il fatto che i cittadini  casertani debbano pagare per  godere dei giardini  della Reggia,  un bene che,  non  essendo più fruibile e non  producendo  nessun beneficio  o ricchezza, diventa un  problema  per la città.

Ben ricordiamo, peraltro, la famosa considerazione dell’ex ministro Tremonti allorquando, tagliando i fondi per università e gestione dei nostri beni monumentali, sostenne che con  cultura non si mangia.

La filosofia è sempre la stessa”.

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