“Spero che la Provincia di Caserta non arrivi alla chiusura delle scuole superiori del territorio. Vanno garantiti i diritti degli studenti”. Lo ha dichiarato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Luisa Franzese intervenendo sulla paventata chiusura dei 92 istituti superiori del Casertano, annunciata dal presidente della Provincia di Caserta Silvio Lavornia e motivata dalla grave crisi finanziaria dell’Ente, che non ha i soldi in cassa per provvedere alla manutenzione degli istituti. Due giorni fa l’autorità giudiziaria ha posto sotto sequestro l’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta per problemi di staticità strutturale; la storica scuola del capoluogo, come gli altri 92 istituti della provincia,risulta priva dei certificati che attestano il rispetto delle norme di sicurezza (antincendio, antisismiche). Per la vicenda del Buonarroti Lavornia risulta indagato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Il decreto di chiusura delle scuole, già pronto, non è stato al momento ancora firmato dal presidente, che attenderà probabilmente l’esito della riunione che si terrà in prefettura alle 18.30, cui prenderà parte anche la Franzese. Intanto oggi alcuni parlamentari casertani hanno presentato un emendamento al decreto salva province che dovrà essere convertito in legge. “Si tratta di una previsione ad hoc per Caserta – dice Lavornia – come avevamo chiesto da tempo. Non approviamo un bilancio da tre anni; per poter tornare a funzionare in modo ordinario servono oltre 47 milioni di euro”. Per Stefano Graziano, consigliere regionale e presidente del Pd Campano, “Lavornia deve dimettersi”. Questa mattina i lavoratori della Provincia, che non prendono lo stipendio da due mesi, hanno manifestato all’esterno e all’interno della sede nuova dell’Ente in zona ex Saint Gobain (la sede storica di Corso Trieste è chiusa ormai da settimane, ndr) con striscioni contro Renzi e Delrio, dando vita poi ad un’assemblea carica di tensione cui hanno preso parte i rappresentanti di studenti e genitori. (

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