CASERTA – Nell’ambito del ciclo di incontri programmati con i candidati delle principali coalizioni politiche, il vice presidente Vincenzo Schiavone (assente per impegni fuori sede del presidente Morelli) ed il Consiglio direttivo di Confindustria Caserta hanno incontrato, questa mattina, la capolista al Senato per il Pd, Rosaria Capacchione, per un confronto sulle problematiche che attanagliano il sistema economico e, in particolare, quello locale.

 

Alla capolista del Pd il rappresentante di Confindustria Caserta ha illustrato e consegnato il progetto “Confindustria per l’Italia: crescere si può, si deve”, sottolineando la necessità di porre al centro delle attenzioni della politica l’impresa.

 

“Soltanto favorendo una vera e propria politica industriale – ha detto Schiavone – si può tornare a crescere a ritmi superiori al 2% l’anno. Ma per raggiungere questo obiettivo – ha ricordato – occorre portare al 20% del Pil la quota dell’industria manifatturiera e il rapporto debito/Pil vicino al 100%”.

“Sono obiettivi ambiziosi, ma sicuramente realizzabili”, ha ricordato il vice presidente Schiavone, “attraverso i quali è ragionevole pensare non soltanto di uscire dalla crisi, ma anche di porre fine al declino industriale che interessa in maniera particolare il tessuto imprenditoriale della provincia di Caserta.

Le problematiche locali, dunque – a cominciare dalle difficoltà legate all’accesso al credito, passando per lo scandaloso ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e finire alla elefantiaca burocrazia che blocca tutto – sono state al centro di un vivace e interessante dibattito che si è sviluppato sull’intervento della candidata al Senato.

Nel corso del dibattito gli imprenditori casertani hanno manifestato le loro preoccupazioni sulla crisi industriale che ha portato ad un decremento del 25% della produzione negli ultimi 5 anni e un aumento del 100% del tasso di disoccupazione. Un’emergenza, dunque, economica e sociale. Per la candidata democratica “la responsabilità non è soltanto della classe dirigente, ma anche dei cittadini che hanno contribuito ad eleggerla e a creare un sistema che ha comportato conseguenze disastrose”.

A proposito di “disastri”, la capolista del Pd ha citato quello di Castel Volturno: “E’ la raffigurazione plastica di cosa ha fatto la Provincia di Caserta in 30 anni di collusioni, affari tra imprenditoria rapinatrice, la camorra e la politica corrotta. Se facciamo autocritica, e partiamo dal presupposto che, chi più e chi meno, abbiamo sbagliato partecipando a quel sistema, allora possiamo ricominciare”.

E per ricominciare, secondo la Capacchione, “bisogna che ci riprendiamo quello che era nostro”. “Abbiamo uno dei monumenti più importanti d’Europa, la Reggia di Caserta, che cade a pezzi – ha detto la giornalista alla Confindustria casertana –. Abbiamo un’eccellenza del manifatturiero tessile, qual è la seta di San Leucio, che oggi viene falsificata”. Bisogna, dunque, valorizzare queste eccellenze. Tra le proposte avanzate dall’esponente del Pd, la “creazione di un percorso archeologico, artigianale e gastronomico collegato alla Reggia per incentivare l’economia locale”.

Un rilancio che deve passare anche attraverso il recupero dei crediti vantati dalle imprese nei confronti degli Enti pubblici: “Le imprese falliscono – dice la Capacchione – perché le pubbliche amministrazioni non pagano e pretendono anche il tributo”. Senza dimenticare la necessità delle bonifiche sulle quali la giornalista lancia l’allarme: “La camorra sta tentando di mettere le mani sulle società che devono occuparsi delle bonifiche. Non dobbiamo permetterlo”.

Il ciclo degli incontri organizzato da Confindustria Caserta  si concluderà venerdì prossimo, 15 febbraio, sempre alle ore 10, con i candidati della coalizione Monti, Lucio Romano, candidato al Senato, e Giampiero Zinzi, alla Camera dei deputati nella circoscrizione Campania 2.

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