“Una volta i partiti facevano da argine contro le mafie. E quell’istanza di controllo è fallita. Prima si entrava, per così dire, ‘presentati’. I circoli e le sezioni erano abitati da persone che si battevano per la pulizia, si incontravano, si discuteva davvero. La cattiva fama precedeva certi ingressi e li preveniva”, mentre “oggi i circoli sono luoghi pressoché disabitati, le decisioni arrivano tutte preconfezionate e le voci di allarme vengono derubricate costantemente a echi di guerre tra correnti. Queste cose le dico e mi batto da tempo, inascoltata. Matteo Renzi ascolta solo chi è portatore di grossi pacchetti di voti, mentre dovrebbe ascoltare anche chi non lo è. Tanti come noi non portano voti e per questo sono relegati ai margini”. Lo afferma la senatrice del Pd Rosaria Capacchione in un’intervista alla Stampa in cui annuncia che non si ricandiderà. Dopo l’inchiesta “magari resterò anche iscritta al gruppo Pd a palazzo Madama, se i colleghi mi vorranno ancora con loro. Quel che conta davvero è che di certo non mi ricandiderò alle prossime elezioni politiche”, dice Capacchione. “D’altra parte io non sono una portatrice di voti controllati. E poi mi manca la possibilità di dire queste cose che ho sempre detto nel corso della mia carriera di giornalista, senza che vengano lette sempre col filtro dell’interpretazione partitica”.