Carinaro. “Le politiche giovanili sono così concepite come politiche di sviluppo. Perché non c’è sviluppo possibile nel nostro Paese, senza un investimento nuovo e strategico sui giovani, sulle loro idee, sul loro talento, sulla loro energia e sulle loro passioni”, esordisce così il neo eletto presidente del Forum Nicola Mauro Barbato nella cerimonia di insediamento del Forum dei Giovani, svoltasi nella casa comunale sabato 6 giugno. Un discorso nel quale è stata ribadita la necessità di rimettere la compagine più giovane della società al centro della vita non solo politica, ma anche sociale e collettiva della propria città: “Nonostante siamo stati i soli a partecipare, voglio ribadire che siamo qui non perché unici, ma perché 268 ragazzi ci hanno legittimato dandoci la possibilità di rappresentarli. I giovani carinaresi non devono essere un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare, una risorsa che una politica seria e lungimirante deve preoccuparsi di ‘non sprecare’. Urge l’esigenza di attuare provvedimenti in grado di rimettere le nuove generazioni al centro delle politiche di rilancio del nostro Paese, facilitando il loro accesso al lavoro, alla formazione, alla cultura e alla politica. In una parola, il loro accesso al futuro”. È proprio partendo da questi presupposti e virando verso i già citati obiettivi, che Barbato ha scelto, dopo un attento confronto con la propria squadra, di assegnare le cariche rispettando la volontà di rendere tutti partecipi e protagonisti di nuovo organismo che prende vita a Carinaro. A ricoprire il ruolo di Vicepresidente sarà infatti Anna Paglia. A Paolo Caracciolo invece il ruolo di segretario, mentre quello di tesoriere è stato affidato a Giulio Mattiello. Quanto alle deleghe queste sono state così ripartite: a Giuseppe Parente la delega in materia ricreativa e sportiva; a Ilenia Lisbino la delega alla formazione ed istruzione; a Giuseppe Capece la delega all’ambiente e territorio; a Michele Chiacchio la delega al lavoro e imprenditoria giovanile “Informo – continua ancora il presidente del Forum – che da qui a poco oltre ad avviare una campagna informativa sul Forum apriremo un’altra finestra per potersi iscrivere all’assemblea del forum. Abbiamo concepito un programma che tocca tutte le varie tematiche di competenza di questo organismo. In materia di formazione e istruzione urge il bisogno di favorire un rapporto più stretto tra scuola e istituzioni sociali. Quanto all’ambiente e alla tutela del territorio c’è un forte bisogno di sensibilizzare la popolazione attraverso strumenti d’informazione costante e indagini conoscitive. In materia di lavoro e imprenditoria giovanile la sfida si gioca principalmente sul terreno della formazione, della assistenza a favore del giovane e dell’informazione. In materia ricreativa e sportiva vogliamo, invece, proporre ed attuare modelli culturali sportivi in cui l’uomo è esempio e lo sport contribuisce alla crescita umana evitando così le pur sempre possibili degenerazioni. Il nostro impegno sarà volto ancora alla promozione di un’azione culturale in armonico equilibrio fra tradizione e modernità, volta al recupero della nostra identità”. Alle parole di Barbato fanno eco quelle di Alfonso Bracciano, consigliere comunale alle politiche giovanili che ha ardentemente voluto che la ricostituzione del Forum, un esempio di vita associata che crea “uno spazio di incontro permanente tra i giovani, l’amministrazione e le associazioni”, “una parte importante della comunità” che spera possa finalmente trovare la giusta attuazione, “per dare vita alle tante iniziative rimaste chiuse nei cassetti”. Perché per l’amministratore cittadino, partecipare alla vita democratica della comunità “vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore”. “Nel sostenere e nell’incoraggiare la partecipazione dei giovani – asserisce ancora Bracciano – le autorità locali e regionali contribuiscono ugualmente ad integrarli nella società, aiutandoli ad affrontare non solo le difficoltà e le pressioni che subiscono, ma anche le sfide di una società moderna in cui l’anonimato e l’individualismo sono spesso accentuati. Affinché la partecipazione dei giovani si riveli un successo durato e significativo non è sufficiente sviluppare o ristrutturare i sistemi politici ed amministrativi. Bisogna accertarsi che esista un ambiente culturale rispettoso dei giovani e deve tener conto della diversità delle loro esigenze, delle loro situazioni e delle loro aspirazioni”.