CASAL DI PRINCIPE / SALERNO. Un laboratorio di rigenerazione urbana per far rinascere i beni confiscati alla criminalità. Per il secondo anno consecutivo, sono stati presentati a Salerno i risultati della collaborazione tecnico-scientifica tra il consorzio Agrorinasce e il master postlaurea “Architettura|Ambiente”, organizzato dalla no profit NewItalianBlood e patrocinato dal Comune di Salerno, da altri 22 Comuni della Regione Campania, dal Comune di San Giuliano di Puglia e sostenuto da numerosi enti e aziende. I lavori saranno esposti il 14 aprile, dalle 16, al Convento San Michele, in via Bastioni 8, a Salerno, per la giornata di chiusura del master. La cooperazione con il Nib nasce dal protocollo d’intesa stipulato nel 2015 con l’obiettivo di studiare e di progettare soluzioni innovative di riutilizzo per scopi sociali e produttivi di beni sottratti alla criminalità e amministrati da Agrorinasce. Ebbene, il master si è confermato uno straordinario banco di prova per giovani talenti, le cui idee sono in grado di tradursi in progetti per il territorio, così da poter recuperare terreni ed edifici, riattivare spazi pubblici e creare centri di cultura, di sviluppo e di occupazione in zone periferiche e degradate. Ville e terreni dei boss riconvertiti in esperienze di edilizia sociale Coordinato da una “faculty” composta da alcune tra le migliori firme dell’architettura italiana di nuova generazione, i partecipanti al percorso di formazione, sia architetti che ingegneri, per mesi, hanno lavorato al recupero, al riuso e alla valorizzazione di beni localizzati nei Comuni di Casal di Principe, di Casapesenna e di Villa Literno, nel casertano Oggetto di studio progettuale e di fattibilità economica sono stati un terreno abbandonato di 1000 metri quadrati a Casal di Principe; un edificio residenziale su due livelli di 280 metri quadrati, con cortile e bunker, a Casapesenna; e un’immobile a vocazione produttiva di 350 metri quadrati, con piazzale antistante, a Villa Literno. I risultati sono emblematici dell’attività che da quasi vent’anni Agrorinasce svolge nei sei Comuni soci. Per il terreno di Casal di Principe è stata sviluppata l’idea-progetto di un piccolo edificio in legno su due livelli destinato ad “housing sociale”, con fino a sette abitazioni e una piazza pubblica con spazi comuni per l’incontro, il lavoro, l’informazione e la socialità. Per l’edificio residenziale di Casapesenna si è suggerito il frazionamento e l’utilizzo flessibile per scopi di accoglienza e “co-housing” con un numero variabile di alloggi, da due a sei, a seconda delle necessità che si potranno presentare, inondando di luce e di natura una villa bunker buia e asfittica. Per il capannone industriale di Villa Literno, infine, si è proposto la realizzare di un “Edificio produttivo modello”, capace di autoprodurre energia da fonti rinnovabili e ispirato ai principi della costruzione sostenibile, confortevole e individuabile con facilità dai potenziali clienti. Agrorinasce alla ricerca delle migliori fonti di finanziamento «Siamo molto soddisfatti – dichiara l’amministratore delegato di Agrorinasce, Giovanni Allucci – dell’incontro con il Nib: la formula del master si è rivelata interessante per i professionisti e utile per i territori coinvolti, per i quali potrebbero nascere nuove occasioni di sviluppo. Ringrazio l’architetto Luigi Centola per la disponibilità e il coordinamento dell’attività di ricerca e progettuale, che insieme abbiamo promosso. I progetti di valorizzazione targati Agrorinasce sono sempre più volti a creare nuova occupazione e lavoro, secondo un’economia sana, sociale e produttiva. Insieme ai Comuni di Casal di Principe, di Casapesenna e Villa Literno – conclude – passeremo ora a una fase di progettazione più avanzata, cercando di individuare, in tempi brevi, le migliori fonti di finanziamento disponibili per restituire alla collettività i tre preziosi beni confiscati». L’anno scorso, il consorzio mise a disposizione del Nib due immobili di proprietà pubblica: l’ex macello di Villa Literno e un’area agricola confiscata al boss Vincenzo Zagaria a Casapesenna contigua al deposito confiscato sempre a Zagaria e già destinato a isola ecologica.