In dirittura d’arrivo l’isola ecologica a Casapesenna. Tra qualche settimana l’area sarà pronta e operativa. La decisione presa dal primo cittadino Marcello De Rosa, insieme a tutta l’amministrazione comunale, di trasferire la sede dell’isola ecologica dall’area PIP ad un bene confiscato a Vincenzo Zagaria in via Sant’Antonio, ha permesso di utilizzare i fondi per “la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio” del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare. “Un sogno diventato realtà che sicuramente porterà grandi benefici all’intera comunità.Siamo molto soddisfatti di questo successo – spiega il sindaco Marcello De Rosa – Sono stato spesso a Roma dal Sottosegretario Velo per chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a questo cambio di ubicazione dell’isola ecologica. L’idea è stata esaminata, accolta e ora siamo partiti. Questo è un altro tassello dell’amministrazione De Rosa, una nuova risposta concreta che diamo alla cittadinanza nell’ambizioso progetto di crescita e rinnovamento della nostra città. In cantiere tante altre idee”. L’iniziativa è nata per motivi ambientali, igienici e di decoro urbano e con l’intento di cercare di eliminare il più possibile i cassonetti stradali, procedendo invece alla raccolta dei rifiuti “porta a porta”. Questa scelta ha comportato la necessità di realizzare una piattaforma in cui le persone possano smaltire quei rifiuti che non vengono raccolti a domicilio. Le isole ecologiche sono progettate per il conferimento dei rifiuti urbani che per dimensione o tipologia non possono essere conferiti nei cassonetti standard per la raccolta differenziata o nella raccolta porta a porta. Ad esempio: rifiuti vegetali da giardinaggio; imballaggi voluminosi quali cartoni, film plastici, polistirolo; legno (cassette per ortofrutta, bancali, mobili vecchi,…); rottami ferrosi; rifiuti ingombranti (materassi, arredi, divani,…); rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (elettrodomestici, TV, PC, telefoni,…); pneumatici; pile e batterie di auto, farmaci scaduti; lampadine a risparmio energetico e tubi al neon; olio minerale esausto; olio alimentare esausto; rifiuti inerti (piccole quantità prodotte da ristrutturazioni domestiche); toner esausti; rifiuti urbani pericolosi come vernici, colle, solventi, pesticidi, acidi. “Cercheremo di portare a termine la costruzione al più presto possibile – aggiunge De Rosa – Dobbiamo offrire all’intero paese un servizio indispensabile e di grande importanza. Uno strumento di vera crescita sociale e civile”.

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