E’ rammaricato. E arrabbiato. Ma non ha nessuna intenzione di gettare la spugna. Anzi le critiche di questi giorni gli hanno dato una spinta in più per andare avanti senza indugi nel processo di cambiamento di una realtà difficile come Casapesenna. Ai microfoni di Campania Notizie, il sindaco Marcello De Rosa va al contrattacco. La misura cautelare nei confronti di tre vigili urbani, accusati di essersi allontanati dal posto di lavoro, ha fatto accendere di nuovo i riflettori sul Comune. E come al solito qualcuno ha subito fatto aleggiare lo spettro della criminalità organizzata. Si tratta di un episodio grave, certo, ma che, come ha sottolineato lo stesso primo cittadino, in qualsiasi altra parte d’Italia avrebbe sollevato un minore clamore mediatico. E soprattutto non sarebbe stato accompagnato dai soliti richiami alla camorra. Il bersaglio principale di De Rosa è il Tg3 che, a suo dire, ha distorto la realtà dei fatti, facendo “sciacallaggio, non informazione”. Quello che maggiormente non è andato già al sindaco è stato proprio il tentativo di far apparire Casapesenna ancora un paese nelle mani dei Casalesi. “Con la nuova amministrazione – ha dichiarato De Rosa – il Comune ha imboccato una strada completamente nuova. Stiamo lavorando per dimostrare che Casapesenna ha voltato pagina. Le nostre stelle polari sono la trasparenza e la legalità. La mia storia personale dice più di tante parole. Io ho denunciato gli estorsori, e lo rifarei, perché sono e sarò sempre dalla parte dello Stato. Per questo reputo inaccettabile il comportamento di chi tenta di infangare, sempre e comunque, l’immagine dell’amministrazione comunale e di Casapesenna”. In effetti la storia personale e professionale di De Rosa è all’insegna della ribellione al racket. E la sua battaglia per la legalità è sempre stata condotta senza manie di protagonismo. Con i fatti. Non a chiacchiere. Lui non è un professionista dell’anticamorra. È un imprenditore che ha denunciato i camorristi e li ha fatti arrestare. Non lo ha fatto per avere le prime pagine dei giornali. Ma semplicemente perché ha seguito il sentiero della legalità. Quello tracciato dalle tante persone perbene (la stragrande maggioranza) che vivono in terra di Gomorra. Perché, come recita la scritta su una maglietta nella sua stanza di sindaco, “Casalesi è il nome di un popolo”. E i Casalesi con “C” maiuscola sono i cittadini onesti. Non i camorristi.

Mario De Michele

LA VIDEO-INTERVISTA A MARCELLO DE ROSA

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