Stamattina conferenza stampa di presentazione di Carlo Marino, candidato alle primari del Pd per il comune di Caserta. Marino, già candidato sindaco alle scorse amministrative, si è presentato alla stampa partendo da i pro e i contro:  Vorrei partire da qui. Da una considerazione generale. Caserta vive da sempre sotto il peso di una contrapposizione permanente tra le forze in campo. Siamo un po’ tutti vittime di un conflitto che ci divide a priori. A volte in modo preconcetto: prevale l’abitudine a schierarsi – prima di ogni cosa – contro qualcuno o qualcosa. Il mio impegno invece vuole essere propositivo. Perciò ho scelto di mettere in evidenza la preposizione pro. Perché vuol dire per ma è anche la radice di tante parole come programma, progetti, protezione, prossimo, produrre e tante altre con un significato positivo. pro richiama l’idea di squadra, di una libera associazione di uomini e donne che condividono un obiettivo, di un’impegno positivo e collettivo, anche di un giusto “agonismo”, quello sportivo, che tanto serve alla nostra città. Questo è per me lo spirito giusto che serve per realizzare a Caserta un grande cambiamento. Lo dico prima, proprio per sgombrare il campo da ogni dubbio, io vorrei aiutare la costruzione di uno schieramento di centrosinistra più ampio di quello oggi esistente. Vorrei provare a unire i casertani per bene e che hanno a cuore le sorti della loro città. La condizione per realizzare questo progetto è semplice anche se non facile: dobbiamo essere pronti a mettere da parte gli interessi dei singoli per far prevalere l’esigenza della città.”  “Prima di parlare di grandi progetti Caserta deve trovare le risorse per un piano di assistenza e protezione sociale rivolto ai più deboli. In questi anni di crisi siamo diventati tutti più poveri. Anche se esistono ricchezze nascoste, frutto di egoismi, corruzione, evasione e su cui ricade la responsabilità principale delle nostre difficoltà. Ma vorrei mettere al primo posto nei nostri programmi chi soffre più degli altri e che ha diritto ad un aiuto da parte della collettività. Considero essenziale per la nostra città – se vogliamo essere una città – dimostrare prima questo: non abbandonare i suoi cittadini in difficoltà. Al secondo posto metto la scuola. Perché una città si misura su quanto investe sulla cultura e sulla formazione per i suoi figli. Dobbiamo “desiderare” strutture scolastiche efficienti e sicure, dobbiamo aprire le nostre scuole ai quartieri e ai cittadini che vogliono continuare a formarsi, dobbiamo dare priorità alle cura delle strutture sportive, ricreative, per il tempo libero a disposizione dei nostri giovani. Una città non si governa da soli. Non basta un uomo al comando, una giunta di 8 persone, un consiglio di 32. Serve un tessuto democratico di base in grado di raccogliere la voglia di partecipazione e di protagonismo dei cittadini. Per questo sarà necessario un nuovo censimento di tutto quello che esiste e garantisco che avranno un ruolo decisivo nel governo della città, un canale di comunicazione privilegiato con chi amministra. Dedicheremo risorse nuove, faremo in modo che le associazioni possano gestire pezzi della città, proporre soluzioni, diventare nostri partner.Le forze economiche della città devono fare la loro parte nel rendere credibile un progetto di cambiamento. Nel programma dedicheremo grande spazio al ruolo delle forze economiche, al modo come definire un corretto rapporto tra pubblico e privato, a come fare per attrarre nuovi investimenti. Sia chiaro, io vorrei tanto che gli imprenditori seri, quelli che conoscono il rischio d’impresa e hanno costruito aziende con il proprio lavoro, siamo in campo e al nostro fianco. Abbiamo tre settori che su cui puntare con più decisione: l’agroalimentare, valorizzando le nostre produzioni e la nostra cultura del cibo e del vino, l’ambiente, dove dobbiamo capovolgere la nostra immagine e garantire la qualità della vita dei nostri figli, la piccola impresa tecnologica, che ha da dimostrare la propria capacità competitiva”. “Sono un uomo di sinistra, riformista, liberale e cattolico. Mi ritrovo pienamente nelle parole e nell’azione di Papa Francesco. La crisi di questi anni ci ha lasciato molti problemi economici, primo fra tutti quello del lavoro. Senza il quale i nostri giovani non potranno mai entrare nel mondo degli adulti. Ma anche molti problemi etici e morali. Prima fra tutto, l’egoismo. Il messaggio di Francesco è tutto rivolto a guardare al nostro prossimo, saper essere giusti e generosi, fare tutto quello che è nelle nostre possibilità. È questa la nostra idea di politica, il nostro contributo allo sviluppo della nostra comunità”.

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