Nell’estate 2013 la giunta Caldoro approvò il patto per la Terra dei fuochi, a seguito del quale, fra gli interventi a tutela dell’ambiente con l’utilizzo di fondi regionali, fu decisa l’istallazione nell’area casertana di alcune telecamere di sorveglianza volte a stanare gli autori dei roghi tossici. Per il Comune di Caserta – allora guidato da Pio Del Gaudio, che presentò la domanda in coppia con il Comune di Maddaloni – fu individuata una somma pari a circa 340mila euro, su un costo totale del progetto stimato intorno ai 500mila (7 milioni per l’intera area in Campania). A circa tre anni di distanza, il piano non è stato ancora messo in pratica, nonostante la delibera comunale firmata qualche mese fa dalla giunta Marino – proposta dall’assessore all’Ambiente Camillo Federico – con cui, anche tramite una nota stampa, venne annunciata l’imminente aggiunta delle telecamere “in sei punti della città per contrastare il fenomeno dei roghi di rifiuti”. Per questo motivo il gruppo consiliare “Caserta nel cuore” ha presentato un’interrogazione al sindaco Marino. “L’interrogazione – dichiara Emilianna Credentino, vice presidente della quarta Commissione consiliare permanente – si è resa necessaria dal momento che i fondi previsti dalla Regione, destinati ai progetti di investimento per attività di controllo e tutela ambientale, non hanno portato all’installazione delle telecamere di sorveglianza nei sei punti critici del capoluogo, individuati in località Lo Uttaro (due telecamere), Tredici (in tre punti) e Casolla. Il sindaco Marino la scorsa estate aveva annunciato l’imminente disponibilità dei fondi regionali, ma alle parole – ha fatto notare Credentino – non hanno fatto seguito i fatti. Chiediamo pertanto, vista l’importanza che la materia ambientale assume nel nostro capoluogo, che venga fatta chiarezza. E che l’amministrazione spieghi ai cittadini dove sono finiti quei 340mila euro”.