La Corte dei Conti ha respinto l’impugnativa del Comune di Caserta contro il diniego di approvazione del Piano di riequilibrio pluriennale. Una decisione che potrebbe portare l’Ente al dissesto bis in poco più di sei anni, dopo quello dichiarato dall’amministrazione di centro-destra guidata dal sindaco di Forza Italia Pio Del Gaudio nel 2011. L’attuale primo cittadino, l’esponente del Pd Carlo Marino, in carica dal giugno 2016, parla di «profonda ingiustizia» e se la prende proprio con Del Gaudio. «Paghiamo – dice – la gestione economico-finanziaria scellerata della precedente amministrazione, di cui abbiamo provato a correggere gli errori e le storture. La nostra è un’Amministrazione virtuosa e proseguiremo senza esitazioni la politica di risanamento dell’Ente». Marino ricorda che nel dicembre 2011, quando Del Gaudio dichiarò dissesto finanziario, «la massa debitoria certificata era di circa 130 milioni di euro. La stessa Amministrazione, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2015, accumula poi altri 24 milioni di debiti e il Ministero degli Interni non ritiene ricevibile il Rendiconto 2014. Nonostante la presenza di tutti questi sfasci, abbiamo cercato di porre rimedio a responsabilità non ascrivibili alla nostra Amministrazione. E in buona parte ci siamo riusciti, riducendo questa massa debitoria da 24 a 10 milioni di euro e dimezzando anche la massa relativa al dissesto del 2011. Nonostante ciò, – ha proseguito Marino – oggi non viene premiata tutta questa attività virtuosa della nostra Amministrazione, che da giugno 2016 non ha contratto un solo euro di debito, che paga le fatture regolarmente entro 60 giorni, che ha gestito perfettamente i rapporti con chi in questi 20 mesi ha lavorato con il Comune. Questa decisione, frutto della cattiva gestione del centro-destra, creerà solo un danno di immagine a noi ma non problemi di carattere sostanziale. Andiamo incontro all’allungamento del dissesto e nei prossimi giorni saremo al Ministero dell’Interno per concordare un nuovo percorso che elimini definitivamente le scorie del passato e ci consenta di proseguire nel percorso virtuoso di risanamento economico-finanziario dell’Ente».