“In queste prime settimane di campagna elettorale ho avuto modo di avvicinare molte donne, le mamme e le nonne di tanti giovani in cerca di un lavoro. Potrebbero parlarmi di mille problemi, della casa, dei servizi, dei trasporti, delle mille cose che non funzionano e che pesano sulle vita quotidiana delle nostre famiglie e che, in un modo o nell’altro, dipendono da un Comune. E invece no, nelle loro parole c’è solo la preoccupazione e la speranza che i loro figli trovino un lavoro. Sognano per loro un’occupazione degna e che consenta loro di iniziare a vivere una vita da adulti”. A dichiararlo è stato il candidato sindaco di Caserta per la coalizione di centrosinistra, Carlo Marino, intervenuto oggi per ricordare il grande valore e il significato della Festa dei Lavoratori del 1° Maggio. “Proprio ieri – ha proseguito Marino – è stato fornito il dato sulla disoccupazione al Sud. Ben 11% in più! Delle regioni del Nord, starete pensando. No, vi sbagliate, della Grecia. Sì, non avete capito male, da noi – qui nel Mezzogiorno della settima o ottava potenza industriale del mondo – i disoccupati sono molto di più rispetto a quella Grecia che vive una profonda crisi. Non credo che ci sia altro impegno da prendere, altre parole da spendere, se non quello di dedicare tutto il tempo che ci rimane al futuro dei nostri giovani, a creare sviluppo e lavoro. Non bisogna demoralizzarsi. Ma occorre una strategia. Un Comune – ha aggiunto il candidato sindaco per la coalizione di centrosinistra – non può creare lavoro da solo. Non possiamo diventare tutti dipendenti pubblici! Ma creare le condizioni perché una città diventi appetibile per nuovi investimenti questo sì, un Comune può e deve farlo”. Infine, Marino ha concluso facendo riferimento alla necessità di gettare le basi per attrarre investimenti sul territorio: “Metteremo “tappeti rossi” a chi vorrà portare a Caserta nuove imprese e lavoro. Ma saremo soprattutto al fianco dei nostri giovani, quelli che hanno un’idea, un progetto, che vogliono dar vita ad una start up, quelli che hanno voglia di restare e di provare a far qualcosa di utile per la loro terra”.