“Ancora una volta noto nella discussione politica cittadina la difficoltà a trovare un denominatore comune per il bene della città. A volte anche oltre le intenzioni degli attori della discussione. È il caso della forte presa di posizione della segreteria provinciale di SEL”. Lo scrive Enrico Tresca sul suo blog. “Il processo politico che ha portato alle Primarie del 10 aprile mi autorizza ad affermare che non ci sarà alcuna ammucchiata (stiano tranquilli gli amici di SEL) ma la proposta di un progetto intorno al quale si dovranno riunire quanti vogliono una svolta dopo anni di cattiva amministrazione. Certo, un tema è a tal proposito quello della discontinuità, sul quale ha dato ampie rassicurazioni il Commissario Provinciale del Partito Democratico Franco Mirabelli. Ma emerge forte, a mio avviso, anche la necessità di un pieno coinvolgimento delle forze di sinistra per non relegare il dibattito cittadino ad una discussione sui posizionamenti. Penso che sulle cose da fare per il bene dei cittadini si possa e si debba trovare un accordo programmatico. A livello cittadino, la caratterizzazione della politica non può prescindere dalle scelte amministrative per la garanzia o addirittura l’estensione della fruizione dei diritti e delle tutele. Ed in tal senso la proposta delle forze a sinistra del PD può qualificare ed accrescere di contenuti tale obiettivo. Non abbiamo più tempo e abbiamo il dovere di condurre al città fuori dal pantano in cui le passate amministrazioni l’hanno lasciata. Il centrodestra ha prodotto il disastro della programmazione e dell’erogazione dei servizi sociali, ha trasformato in un processo discrezionale l’equo accesso alle risorse della città, ha impedito forme di collaborazione e di trasferimento sussidiario di poteri ai cittadini, ha accettato lo scadimento dei servizi pubblici dal trasporto alle strade. Uscire dalla palude è possibile e questo si può fare attraverso un confronto aperto e serrato, per far sì che insieme, e assumendocene la responsabilità in maniera condivisa, possiamo garantire non solo rappresentanza ma cambiamento. Insieme si può. Ne sono convinto”.