«Il problema non è se si fanno o meno le primarie, quello che conta, ora, è rendere più robusta e condivisa possibile una proposta politica che il Partito democratico ha intenzione di presentare alla città di Caserta», così Enrico Tresca sul toto-nomi che impazza sul futuro papabile candidato sindaco del centrosinistra. «Il partito deve assumersi la responsabilità – continua Tresca – di guidare un processo che si traduca, per la città di Caserta, in un’esperienza di buon governo dopo anni di sfascio amministrativo. Siamo tutti chiamati a collaborare e a condividere il percorso tracciato dal commissario provinciale, il senatore Franco Mirabelli, che ha come obiettivo la ricerca di una soluzione condivisa». «Nessuno si tirerà indietro – conclude Tresca – nel partecipare responsabilmente, abbandonando narcisismi e ambizioni personali, a un processo di individuazione di un profilo credibile e che rappresenti la discontinuità rispetto al passato». «Dire che Enrico Tresca sia politicamente impresentabile come candidato sindaco non solo è fuori luogo, ma dimostra come certi “cespugli” non abbiano a cuore il futuro della città ma solo il proprio tornaconto politico», sottolinea Giovanni Comunale, esponente del Pd e del gruppo Rifare l’Italia. «Brancaccio, probabilmente distratto, dovrebbe ricordare che anche altri candidati del Pd hanno, giustamente, elencato una serie di personalità di sicuro rilievo e tutte adatte a impersonificare il candidato del Pd, ma allo stato avrebbero tutte risposto di no. Stando dietro al Brancaccio-pensiero, dunque, anche questi candidati sarebbero “oggi politicamente impresentabile come candidato sindaco”?»