“Continuiamo da giorni a leggere di adesioni e festeggiamenti e riteniamo perciò doverose alcune precisazioni a beneficio di chi, pur avendo maturato esperienza in giro per tanti partiti, non ha forse ancora ben chiari alcuni principi fondamentali della politica e del rispetto delle regole”. Così il segretario di circolo Aniello Di Maio con il gruppo consiliare guidato da Gabriele Zitiello, con Maria Di Blasio e Giuseppe De Filippo. “La maggioranza attualmente al governo di San Marco è, almeno al momento, statutariamente e politicamente incompatibile con il Pd. Statutariamente, perché a norma dello Statuto, “non possono essere iscritti all’Anagrafe coloro i quali fanno parte di gruppi consiliari diversi dal Pd” e tutti sappiamo che il Pd è all’opposizione di questa maggioranza che ancora si contraddistingue con il simbolo della lista civica che noi avversammo. Ancora di più l’incompatibilità è politica, perché in tre anni questa amministrazione ha portato avanti un’azione amministrativa che il Pd ha costantemente contrastato: immobilismo dei lavori pubblici, assenza assoluta di politiche sociali e giovanili, degrado ambientale e urbano, e, infine, un redigendo Puc che, come abbiamo già denunciato più volte, è pensato nell’interesse di pochi e non di tutti. Di fronte a tutto questo è evidente a chiunque mastichi un po’ di buona politica che ogni altro diverso percorso è tutto da scrivere e non può prescindere da una rivisitazione totale delle scelte amministrative. Se la maggioranza ha deciso di “cambiare verso” deve farlo fino in fondo, cambiando anzitutto l’impostazione con cui ha agito fino ad ora. Prima di cambiare l’ennesimo partito, cambi linea d’azione e mostri di “aderire” davvero al partito e al mandato che gli elettori hanno affidato al Pd. Diversamente l’elettorato non capirebbe. Ricordiamo infatti che chi ha votato Pd alle amministrative ha chiesto espressamente e consapevolmente al partito di essere alternativo al gruppo che è ora maggioranza. E noi non siamo abituati a tradire le aspettative ed il mandato dell’elettorato. Fughe in avanti sono allora inutili oltre che dannose, destinate solo ad alimentare l’ennesima lotta intestina che non favorirebbe nessuno”.