“La sfida lanciata alla segreteria provinciale del Pd da alcuni esponenti del circolo di Orta di Atella assume, da un lato, contorni farseschi, dall’altro è la dimostrazione plastica dell’impossibilità di celebrare il congresso in modo unitario contrariamente a quanto stabilito con tutte le componenti del partito”. E’ al tempo stesso rammaricato e arrabbiato Franco De Michele. Nei giorni scorsi si erano create le condizioni politiche per l’elezione del nuovo gruppo dirigente locale sulla base di un’intesa condivisa dalle tre diverse anime del Pd: quella riconducibile al gruppo Iovinella-Rega-Adamo, quella dei consiglieri comunali, e quella dei giovani. Dalle componenti interne era partito il via libera alla candidatura unitaria di Michele Vitale a segretario cittadino. Poi nel giro di poche ore è saltato tutto. Anche i nervi. E i toni si sono subito accesi facendo divampare un incendio che ha mandato in fumo l’accordo. Con la conseguenza che De Michele, in piena sintonia con il segretario provinciale Raffaele Vitale, ha sconvocato l’assemblea alla vigilia del congresso.

“Al netto delle stupidaggini dette in queste ore – osserva il responsabile organizzativo del Pd casertano – ci sono due aspetti da considerare, che qualcuno finge di non comprendere: uno di natura politica, l’altro di tipo tecnico. Partiamo da quello politico. Ho convocato il congresso per oggi (15 giugno) solo perché mi è stata comunicata da tutte le componenti la condivisione di un percorso unitario con l’elezione di nuovi organismi dirigenti in grado di consentire una gestione collegiale del circolo per uscire dalla lunga fase di contrapposizione che ha portato al commissariamento. Dopo una serie di incontri è stato siglato un accordo politico sul nuovo assetto del partito con l’indicazione di Michele Vitale come segretario cittadino. Ma alla vigilia del congresso – aggiunge De Michele – mi è stato comunicato che erano subentrati problemi sulla composizione del direttivo e su altre nomine. E nel giro di poche ore l’intesa siglata poco prima è saltata. Venuto meno l’accordo politico è ovviamente caduto anche il presupposto alla base della convocazione del congresso. Se diciamo che celebriamo il congresso perché c’è l’unità, è ovvio che senza unità il congresso non si può celebrare, questo è lapalissiano sia sotto il profilo politico che della pura logica. E’ altrettanto chiaro che è responsabilità di tutti, compresa la mia, se non si è riusciti a tenere il congresso e a voltare pagina. Ma non consento a nessuno, meno che mai a Peppe Roseto, di dire che il sottoscritto non vuole il congresso oppure che c’è una logica padronale alla base del rinvio. Si tratta di bugie inaccettabili. Di fronte ai problemi, imprevisti e incomprensibili, sorti alla vigilia del congresso ho annunciato ai rappresentanti delle componenti l’intenzione di far slittare l’assemblea di una settimana nel tentativo di sanare la frattura, assicurando che si sarebbe proceduto all’elezione del nuovo gruppo dirigente anche senza un accordo unitario, ma qualcuno ha voluto inasprire lo scontro e alimentare altre polemiche partecipando a un finto congresso e annunciando l’elezione di un fantomatico segretario”.

Nella ricostruzione dei fatti De Michele si sofferma sul secondo aspetto da lui evidenziato, quello tecnico. “Non essendoci i tempi tecnici per convocare il congresso, in quanto l’accordo politico era stato siglato due giorni prima, ho comunicato ai rappresentanti delle diverse aree la mia intenzione di indire l’assemblea per il 22 giugno in modo da consentire la pubblicizzazione della data del congresso come previsto dallo statuto. Ma tutti, compreso il capogruppo consiliare Francesco Piccirillo, mi hanno risposto che essendoci l’accordo politico non c’era motivo di aspettare un’altra settimana. Anche qui – sottolinea il commissario di circolo – è lampante che la forzatura statutaria non è più accettabile nel momento in cui viene meno l’intesa politica. In un clima di scontro chiunque avrebbe potuto fare ricorso contro le modalità di convocazione del congresso e avrebbe fatto inficiare i lavori dell’assemblea. O no?”. Ma l’area dei consiglieri comunali e la componente dei giovani, guidata da Michele Vitale, non hanno voluto sentire ragioni e hanno partecipato all’assemblea annunciando via Facebook l’elezione di Vitale a segretario con tanto di “in bocca al lupo” da parte di Piccirillo e di Peppe Roseto, già candidato alla segreteria provinciale del Pd. “Siamo alla farsa”, tuona De Michele. Che sbotta: “Chi parla di logica padronale si comporta da padroncino del partito. Sia chiaro a tutti che questo atteggiamento non avrà mai cittadinanza nel Pd casertano. I goffi tentativi di blitz non saranno mai avallati dai vertici provinciali, su questo non si transige”.

L’ultima stoccata De Michele la riserva al segretario cittadino in pectore Michele Vitale. “Mi sono sempre confrontato con lui con lealtà e correttezza, ma evidentemente il mio comportamento non è stato apprezzato. Con la sua partecipazione all’assemblea ha fatto una scelta di campo, è evidente che non rappresenta più una candidatura unitaria”.

Mario De Michele

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