CASERTA – Tutto si può dire del congresso provinciale dell’Udc, iniziato ieri all’Hotel Vanvitelli, fuorché sia stato noioso. La prima giornata dell’assemblea, presieduta dall’ex viceministro Mario Tassone, ha riservato diversi momenti di tensione per il nervosismo,
dovuto verosimilmente alla consapevolezza di rimediare una cocente sconfitta, da parte di Pasquale De Lucia, consigliere regionale decaduto e numero uno della corrente – di minoranza – demitiana (alla sua veneranda età, il re di Nusco vorrebbe diventare anche il monarca di Caserta). De Lucia si è reso protagonista di due show – in verità poco apprezzati dalla nutritissima platea – abbassando sensibilmente il livello politico del dibattito congressuale. La prima sortita è andata in scena nella mattinata, quando nel suo intervento ha preso di mira Angelo Consoli – un galantuomo – “reo” di averlo legittimamente scalzato dallo scranno in consiglio regionale occupato, secondo i giudici, abusivamente.
Non contento, l’ex sindaco di San Felice a Cancello ha concesso il bis – non richiesto – nel pomeriggio, alzandosi indispettito e poco educatamente nel bel mezzo dell’applauditissimo intervento del presidente della Provincia, Domenico Zinzi, leader della corrente maggioritaria del partito. Uno scatto d’ira per le parole del capo dell’amministrazione di corso Trieste che lo ha inchiodato alle sue contraddizioni politiche (viene in mente la canzone “La verità ti fa male, lo sai…”).
In un clima del genere, creato ad arte nella speranza di buttarla in caciara, non è stato possibile trovare un accordo tra le due mozioni in campo: quella di Gabriella D’Ambrosio, in corsa per la segreteria per conto degli zinziani; e quella di De Lucia, capeggiata da lui stesso (da chi, sennò?). Intesa impossibile anche perché il consigliere regionale defenestrato ha avuto l’ardire – o la faccia tosta – di chiedere almeno un terzo dei componenti del comitato politico (le stime più ottimistiche darebbero la corrente demitiana tra il 15 e il 20%).
Pur non volendo calcare la mano, soprattutto per correttezza nei confronti di Casini, che ha fatto intendere di non voler assistere all’umiliazione del “grande vecchio” di Nusco, il presidente Zinzi è stato costretto a rinunciare all’intesa per la sproporzionata richiesta della minoranza. Ma per non gettare altra benzina sul fuoco ha accolto la proposta di rimandare a domenica prossima (2 ottobre) la votazione per eleggere il nuovo segretario provinciale. La D’Ambrosio, quindi, dovrà attendere un’altra settimana prima di essere incoronata leader dell’Udc. Mentre De Lucia è atteso da altri sette giorni di passione.
Da segnalare, come nota di colore, un’anomalia nella platea degli iscritti della sezione di Cesa, in maggioranza a sostegno di De Lucia. Pare che tra i tesserati filo-demitiani ci sia quasi l’intera famiglia (inclusa mamma, nonna, e zii) di Nicola Autiero, amministratore comunale ed esponente di spicco del Pd. Strano, no? Ma fino a certo punto, se si dà per buono il detto: “parenti, serpenti”.
Mario De Michele
Domenico Zinzi
Gianpiero Zinzi