CASAGIOVE – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Elpidio Martucci delegato Fiadel sul cantiere di Casagiove del Consorzio Unico di Bacino. “Gli operatori e dipendenti del Consorzio Unico di Bacino articolazione Caserta, in servizio sul cantiere di Casagiove dal giorno 18.02 non possono più lavorare. Ci scusiamo con la cittadinanza tutta. Nuova emergenza rifiuti a Casagiove .

I cittadini sono esasperati nel vedersi periodicamente le strade della propria cittadina invase dall’immondizia. Lungo i marciapiedi giace di tutto sacchetti che si stratificano da giorni . La causa è individuabile in quegli organi competenti che dovrebbero indicare la strada risolutiva e definitiva per trasferire la titolarità del servizio dall’ormai decaduto ente che gestisce il servizio di igiene urbana e cioè, il Consorzio Unico di Bacino a gestore diverso . Sarebbe il caso di citare una frase di Pier Paolo Pasolini dagli Appunti per un romanzo sull’immondizia : “Puoi chiamare termovalorizzatore un inceneritore, operatore ecologico uno spazzino o diversamente abile un disabile ma questo non risolverà i loro problemi ;non dimentichiamo l’ opera documentaria dello “sciopero degli angeli “ nella cui opera si descrivevano le pessime condizioni lavorative e sociali degli spazzini nel 1970 i quali, emarginati, avevano tutti contro. I partiti politici li ignoravano, i sindacati erano frammentati, i cittadini li affrontavano con disprezzo, una tale situazione che portò lo scrittore Pier Paolo Pasolini attraverso un documentario cinematografico ad interessarsi di loro durante i tre giorni di sciopero nazionale . La loro lotta chiedeva attraverso volantini di sensibilizzazione condizioni di sicurezza e igiene, il ritiro della spazzatura per strada poiché i cittadini erano assolutamente contrari: come rinunciare a schiavi che ti risparmiavano un lavoro così ignobile? Da quello sciopero nacquero dei cambiamenti nella metodologia di raccolta dell’immondizia urbana fino ad allora manuale individuale e priva di ogni norma igienica per il netturbino, per poi trasformarla in una raccolta più razionalizzata. A distanza di più di quaranta anni proprio, da quel punto di partenza dello sciopero degli “Angeli ” oggi, abbiamo gli operatori ecologici; operari che lavorano in sicurezza, senza sporcarsi, con il sindacato e una normativa contrattuale che garantisce loro ogni diritto e sancisce, altrettanti doveri. Ma, purtroppo, la realtà regionale e provinciale Campana non rende questa categoria di lavoratori felici quanto, i loro colleghi di altre regioni e provincie italiane. Nonostante nel tempo siano stati fatti degli sforzi nel riconoscere e organizzare questa categoria di lavoratori, quelli, che operano nella città di Casagiove, sono tornati a reclamare i propri diritti proprio come fecero i colleghi “Angeli ” a Roma nel 1970 quando ordine degli scopini entrò nella storia. E così, pazientati, ma ancora fiduciosi nelle istituzioni gli operatori del cantiere di Casagiove attraverso il loro volantino di sensibilizzazione reclamano: Chi deve retribuire questi operatori ecologici? Chi li deve mettere in condizione di lavorare fornendo loro gli automezzi, il carburante, le divise, i dispositivi di protezione individuali,e un minimo di struttura logistica ? Come possono questi operai in mancanza di mezzi strumentali servire il cittadino al fine di garantire loro un servizio di igiene urbana degno dei nostri giorni? Chi, non permette di salvaguardare la a salute dei cittadini di Casagiove? Perché questo immobilismo amministrativo? Chi deve sostenere, dirigere ,invitare l’amministrazione comunale anche per legittimarla ad una eventuale ordinanza preventiva ad evitare un’emergenza sanitaria al fine possa ripristinare la normalità a Casagiove ? Chiediamo lumi e assistenza al Prefetto”.

 

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