CASAGIOVE – “I rifiuti sono dappertutto, le strette strade del centro  ne  sono invase e muoversi è difficile, dalle buste rotte fuoriesce di tutto e l’unto si appiastra sul basolato e l’olezzo cresce e disgusta”. Inizia così il manifesto pubblico che il Coordinamento cittadino del Partito Democratico, diretto da Calo Comes, ha fatto affiggere per tutte le strade di Casagiove per protestare contro l’intollerabile situazione dei rifiuti. “Il vento” – prosegue – “solleva cartacce e le auto spiaccicano immondizie sotto le ruote, molti marciapiedi sono impraticabili.

Si percepisce ovunque un disagio insopportabile, c’è esasperazione, legittima, e nessuna soluzione è prospettata. Il Consiglio Comunale si riunisce per patetici prelievi dal fondo di riserva” – sottolineano i Democratici nel manifesto – “ma non avverte il bisogno di affrontare un problema che mette in ginocchio la Città e la destina alla sconfitta. Perché questo scempio? Bisognava avere il coraggio di rompere, liberandosi da gregarietà politiche, quando altri lo facevano, con un carrozzone inefficiente e mangiasoldi, sempre in crisi” – chiaro il riferimento al CUB – “che mai ha fornito un servizio all’altezza delle tradizioni della Città e la conclusione della sua esistenza lascerà alla Città una pesante eredità di costi da sopportare, fino al rischio del raddoppio della bolletta. Bisognava e bisogna informare” – proseguono gli esponenti del PD casagiovese – “coinvolgere tutti  e controllare affinché la raccolta differenziata non diventasse irrisoria, procurando solo penalità e costi per maggiori conferimenti in discariche, naturalmente, a carico dei cittadini. Bisognava e bisogna avere un’isola ecologica, qui divenuta l’isola che non c’è,  per evitare i costi della raccolta e dell’abbandono degli ingombranti e per produrre entrate su quelli  recuperabili. Oltre ai vantaggi ambientali, il conferimento dei rifiuti nell’ isola ecologica permetterebbe di premiare,  con concreti risparmi, l’utente virtuoso. Bisognava e bisogna incentivare l’uso delle compostiere per ridurre la produzione della frazione umida. Bisognava e bisogna trattare direttamente con i Consorzi Nazionali, senza farsi rappresentare dal carrozzone, per recuperare le rimesse per vetro (fino a 370 euro/tonn), plastica, (180 euro /tonn), carta (50 euro/tonn), alluminio (500 euro/tonn), ferro (200 euro/tonn), evitando che dalla raccolta di questi materiali non si recuperi praticamente nulla. Bisognava e bisogna, ogni giorno di più” – è l’affondo alla politica – “riconoscere che la dissennata gestione dei rifiuti non è più solo inefficienza, prepotenza, guadagno per le camorre, corruzione, sporcizia e inciviltà, penalizzazione dei lavoratori, quelli veri, che sono senza paga, ma una tragedia collettiva. La crescita esponenziale dei tumori in Terra di Lavoro ed in Provincia di Napoli sono una tragica, sottovalutata certezza. Nessuno si illuda” – hanno sottolineato – “che la città, quella viva che non s’arrende, sia disposta a sopportare, o peggio ad assuefarsi, a questa mortificante decadenza ambientale, ripetutasi più volte negli ultimi tempi, e, ancor più, nessuno s’illuda che si sia disposti a continuare a pagare, nonostante le tariffe per tasse e tributi locali siano già state portate ai livelli massimi,  bollette sempre più care per un servizio indecente. In città c’è un’emergenza ambientale che si coniuga, dolorosamente, con quella sociale ed economica. Chi ha la responsabilità di decidere” – conclude il manifesto, facendo un chiaro riferimento al Sindaco Elpidio Russo – “lo faccia, oggi e non domani, nell’esclusivo interesse della città”.

 

Nunzio De Pinto

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