I cittadini campani continuano a subire una vera e propria privazione dei loro diritti. Anche quest’anno infatti in Campania i fondi stanziati per le strutture sanitarie terminano prima rispetto alle altre Regioni d’Italia. Una discriminazione inaccettabile perchè va a toccare un diritto fondamentale, quello alla salute. Il servizio pubblico, che continua comunque a funzionare, non può gestire l’ingente richiesta di cure e questo si traduce in liste d’attesa di mesi. Va da sé che chi ha bisogno di curarsi in maniera repentina non può far altro che pagare di tasca propria, o lasciare la propria casa, per affidarsi al servizio sanitario di un’altra regione (con un aggravio di circa 300 milioni annui per le casse regionali). Un vero e proprio calvario soprattutto per chi affronta patologie oncologiche. Basti pensare che in Campania (con 5.8 milioni di abitanti), si contano 16 centri specializzati di cui 7 pubblici, 8 accreditati e uno privato. Nel 2014 sono stati trattati 10mila pazienti dei circa 14 mila attesi. Questo vuol dire che circa 4000 o sono migrati oppure, peggio, non hanno fatto la radioterapia. Un ulteriore schiaffo per chi vive in una terra che per anni, ha subito (e continua a subire), un vero e proprio biocidio, tanto da meritarsi il nome di “Terra dei Fuochi”. Di nuovo, i Campani, nonostante paghino le tasse come tutti (ed in alcuni casi più di tutti), vengono trattati come cittadini di seconda fascia. Basti pensare che secondo degli studi scientifici, la nostra è l’unica Regione d’Italia dove l’incidenza di tumori nella popolazione cresce invece che diminuire e, invece di avere un’attenzione particolare si fa l’esatto opposto ovvero, si lascia la popolazione abbandonata a se stessa. Come se non bastasse il decreto Lorenzin renderebbe ancora più tragica questa situazione, infatti si prevede un taglio di circa 198 prestazioni sanitarie e le sanzioni per i medici che prescrivono in modo “inappropriato”. Tutto ciò rappresenta una gravissima ingerenza nel rapporto medico – paziente che è essenzialmente fiduciario. Rispetto ad una medicina di attesa i medici di famiglia chiedono di poter continuare a seguire i cittadini – utenti tenendo fede al Giuramento di Ippocrate. I nostri medici hanno strumenti e cultura per operare secondo un principio di appropriatezza della prestazione diagnostica terapeutica. Intendono continuare a seguire le linee guida della letteratura internazionale e non sono intenzionati a modulare la loro attività su principi strettamente ragionieristici, consapevoli che la mancanza di prevenzione sanitaria, se oggi abbatte i costi del Sistema Sanitario Pubblico, un domani non lontano lo rende assolutamente insostenibile. Se questo Governo vuole andare verso un sistema misto di cure sul modello americano, non scarichi sui medici la responsabilità di fare i “commissari liquidatori”. Renzi dicesse con chiarezza che ormai la salute non è più un diritto per tutti, ma un privilegio per pochi, e lo è tanto più in Regione Campania. Qualche mese fa, lo slogan elettorale del Governatore Vincenzo De Luca recitava “Mai più ultimi”, in verità a furia di essere ultimi, oramai siamo considerati dei cittadini di serie B.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui