CASERTA – «Ho firmato stamattina, insieme agli altri candidati, l’impegno di Salvare Carditello. Sembra talmente ovvio che la politica debba valorizzare, investire e sviluppare i propri straordinari beni, culturali, storici e ambientali per farne motore di sviluppo e di lavoro e, invece, siamo ridotti a questo.

A doverci mobilitare come volontari, uomini, donne, associazioni, come cittadini per svegliare le Istituzioni e gridare la nostra stanchezza di fronte allo scempio e all’abbandono dei nostri beni». E’ amareggiata Clementina Ferraiolo, candidata alla Camera con Rivoluzione civile, nel dover constatare l’assenza di chi ha potere decisionale nella gestione di un bene come Carditello. «Dove sono quelli che governano e hanno governato? Dove sono le Istituzioni? Dove sono i fondi destinati a Carditello? Silenzio, inutili dichiarazioni di impegno o, addirittura, a volte di impotenza. E’ sempre colpa di qualche altro – tuona Ferraiolo – Credo che la vergogna di Carditello sia la vergogna della classe politica che fino ad oggi ci ha governato. E’ lo Stato che abbandona lo Stato. Noi, come Rivoluzione Civile, ci presentiamo agli elettori senza responsabilità di cattiva gestione, come cittadini impegnati in politica e da sempre nel tessuto associativo della nostra provincia. Il nuovo per davvero che vuole vincere e rivoluzionare le Istituzioni. Noi, non possiamo sprecare ancora altre occasioni, non possiamo continuare a stare fuori ai cancelli, a sensibilizzare chi ha il potere e il dovere di fare e, invece, aspetta gli appelli dei cittadini e delle associazioni balbettando mezze risposte senza alcun progetto chiaro e forte». Lo sdegno della Ferraiolo è legato anche alle modalità con cui si è consumato lo scempio Carditello. «Un patrimonio dei Borbone messo all’asta come una qualsiasi salumeria… – ha spiegato – otto aste giudiziarie andate deserte, la prossima è stata fissata a giugno. Il ministero per i Beni culturali che resta a guardare, nonostante abbia la facoltà di esercitare un diritto di prelazione. A tutto questo si unisce l’incapacità di costituire una fondazione per la gestione della struttura». La rabbia della portacolori di Rivoluzione civile è anche legata al fatto che, Carditello non è un caso isolato con pesanti ripercussioni su quello che è il sistema provincia di Caserta. «E’ chiaro a tutti che la cultura, i servizi, il turismo sono motori straordinari per la rinascita di territori come il nostro. Lo dicono tutti, da sempre. Nessuno lo ha fatto. E’ inutile parlare di lavoro se non si mette mano in maniera seria al nostro straordinario patrimonio ricordando che è un bene comune, di tutti i cittadini – conclude – Motivo di orgoglio e di lavoro. Noi abbiamo idee, progetti e, soprattutto la volontà politica, di farlo davvero. Ecco perché votare Rivoluzione Civile».

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui