Pietro Smarrazzo, Coordinatore Regionale Campano della Giovane Italia, e già vicepresidente nazionale degli universitari italiani, eletto nelle file di Studenti per le libertà, commenta così le notizie sul recruiting giovanile per la nascente Forza Italia: “La Giovane Italia è un immenso serbatoio di giovani capaci che hanno dimostrato con i numeri di avere la stoffa di realizzare quello che pensano e di avere i numeri per meritarsi la fiducia da parte dei dirigenti nazionali.

Nelle nostre fila ci sono giovani che hanno cominciato più di dieci anni fa nella giovanile ed oggi, non abbandonando MAI quel gruppo, possiamo dire di avere i più capaci under 30 amministratori in Italia, consiglieri, assessori ed addirittura giovani sindaci. Chi come me negli anni ha rischiato di prenderle dai centri sociali, è stato attaccato perché difendeva la riforma Gelmini e il governo Berlusconi, è stato preso in giro perché scavalcato dalle Minetti; ma eravamo sempre i primi a portare gente alle manifestazioni, a fare i gazebo ogni santa domenica, a fare il porta a porta con la bandiera di Forza Italia prima e del PDL poi.” Continua Smarrazzo: “Nonostante ciò negli ultimi anni siamo stati i più votati nelle università, simbolo è proprio la mia elezione nel 2010 con oltre 10.000 voti, record che ad oggi nessuno studente è riuscito a raggiungere (si sono fermati a metà). Nel 2012, nel periodo più buio per la politica, e migliore per l’antipolitica, abbiamo portato oltre 7.000 giovani under 30 a Napoli a discutere sul governo e a dare l’ultimatum a Monti insieme al Segretario Angelino Alfano, che può testimoniare e confermare l’entusiasmo di quel magnifico evento.” Conclude Smarrazzo: “Questi siamo noi, ed abbiamo dimostrato di esserci sempre; non siamo l’esercito o quelli che giocano a fare gli imprenditori con i soldi di papà, ci siamo definiti la Berlusconi Generation e continuiamo ad esserlo, ed è questo ciò che ribadiremo al consiglio nazionale, sperando che il Presidente Berlusconi decida di incontrarci come ha fatto con altri che forse, anzi sicuramente, in passato lo hanno supportato in maniera nettamente minore rispetto a quanto fatto da noi.”

 

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