“Gli impianti per il trattamento dei rifiuti vanno realizzati con il massimo delle garanzie in ordine all’impatto ambientale e all’efficienza della gestione nei territori in cui i rifiuti devono essere smaltiti. Dire no a Capua o a qualsiasi altra città per preconcetti, strumentalizzazioni, guerre intestine ci porta a commettere gli stessi errori della gestione rifiuti del centrosinistra.
Paralisi completa e 15 anni di emergenza con costi enormi per i cittadini”. Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino che aggiunge: “Il sindaco di Capua, Carmine Antropoli, ha responsabilmente accettato la possibilità di localizzare sul proprio territorio un gassificatore, un impianto ad impatto ambientale zero che si inserisce in un più complesso piano provinciale dei rifiuti e che tratterà solo materiali provenienti dalla provincia di Caserta. Eppure c’é chi soffia sul fuoco delle polemiche, strumentalizza, anziché proporre mira a distruggere. Tutto questo è assurdo e poco responsabile”. “Il Pdl – evidenzia Polverino – ha bisogno di una linea politica chiara e definita in ordine alla soluzione dei problemi non di contrapposizioni che lasciano le questioni insolute. La provincia di Caserta ha subito per troppo tempo il peso dell’emergenza rifiuti regionale, ora noi abbiamo avviato un percorso virtuoso per l’impiantistica. La politica del “no e basta” senza risolvere i problemi, della demagogia populistica, lasciamola a De Magistris. Per questo, se c’é bisogno di approfondire termini e modalità del gassificatore di Capua facciamolo, ma smettiamola con il populismo paralizzante che non ci porta da nessuna parte. Il governo del centrodestra alla Regione con Caldoro e tutta la maggioranza che lo sostiene ha già recuperato anni di ritardi ed inefficienza anche in materia di rifiuti, la provincia di Caserta sta lavorando bene ed i Comuni come quello di Capua stanno dando il loro contributo. Questa è la svolta della politica anche in un tema delicato come i rifiuti. Il passato di Bassolino fatto di ‘non scelte’ non va quindi ora preso a modello perché troppi danni in immagine e costi sociali ha portato a Caserta e alla Regione Campania”.