SAN NICOLA LA STRADA – Giovedì scorso, 7 febbraio 2013, il coordinamento cittadino di San Nicola La Strada di Grande Sud, guidato da Pierluigi Schiavone, alla presenza di testate giornalistiche e televisive locali, ha presentato i candidati di San Nicola la Strada alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica in corsa alle politiche dei prossimi 24 e 25 febbraio.
Si tratta di Diego D’Ambrosio, candidato alla Camera nella circoscrizione Campania 2 e di Michelangelo Madonna, candidato al Senato.
Ad apertura del dibattito, il responsabile della segreteria Giovanni Zampella ha espresso solidarietà e vicinanza al segretario nazionale di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, colto lo stesso giorno da un malore. In seguito ha dimostrato viva partecipazione del partito in questa tornata elettorale che di sicuro sarà impegnativa. Dello stesso parere è stato il portavoce cittadino di Grande Sud, Alan Giovanni Improta, il quale ha approvato con grande fermezza e soddisfazione il lavoro costante svolto finora dal coordinamento cittadino e che ha dato modo di affermarsi a livello territoriale lanciando come grande sfida ben due candidati.
Prima di dare parola ai candidati, il responsabile della campagna elettorale, Menotti Madonna, ha ringraziato la stampa e le televisioni locali di essere intervenuti in questa conferenza stampa.
Il candidato al Senato, l’imprenditore Michelangelo Madonna ha constatato la necessità di salvaguardare le tematiche più delicate che riguardano non solo la nostra città, ma anche la nostra regione e in generale il nostro Sud. Quel Sud che deve essere rilanciato da una politica territoriale basata su un federalismo meritocratico, piuttosto di una politica fatta di astensioni o attaccamento alle poltrone. Una nuova politica del Paese che possa essere riflessa da una politica territoriale.
Il candidato alla Camera, Diego D’Ambrosio ha espresso l’esigenza di rilanciare il Mezzogiorno in cui i giovani restano una grande risorsa del Paese e dovrebbero pertanto avere una grande considerazione e che invece, negli ultimi anni, sono stati ripagati con politiche giovanili non proprio adeguate, garantendo un lavoro precario e in taluni casi inesistente.