Carte alla mano, corredate da numeri, tabelle, raffronti, Gianluca Di Luise inchioda l’amministrazione Moretti sull’aumento di tasse e tributi comunali. Un lavoro certosino che fa emergere le “tante scelte sbagliate della giunta”. Ecco nel dettaglio le osservazioni del consigliere di minoranza in merito al voto contrario in assise all’approvazione delle aliquote Imu-Tari-Tasi. “Si evidenziano nella presente alcune considerazioni riguardanti le aliquote IMU-TARI-TASI proposte dalla Giunta ed oggetto di discussione nel consiglio comunale odierno. Innanzitutto, sarebbe stato senz’altro più coerente e logico discutere delle varie aliquote 2014 unitamente al bilancio di previsione 2014. Infatti, non potendo entrare nel merito di tutte le entrate ma soprattutto delle spese previste per il 2014, di cui verremo a conoscenza solo tra qualche giorno, non è chiaro il procedimento usato per la determinazione delle aliquote proposte dalla Giunta. In altre parole, come è possibile discutere di entrate certe derivanti da determinate aliquote IMU, TASI E TARI, senza sapere prima come e dove verranno destinate le risorse da esse derivanti? Cioè, si stanno approvando delle entrate certe senza specificare quali spese andranno a finanziare nel dettaglio e in che misura! Apparirebbe quindi più logico verificare prima le singole spese, valutando se sia stato fatto il possibile per ridurle, e solamente in un secondo momento ragionare sulle aliquote da applicare, mentre oggi si va a stabilire arbitrariamente un’entrata, che a consuntivo potrebbe anche risultare ben più alta del necessario se prima non si è cercato di ottimizzare e di ridurre tutte quelle voci di spesa cosiddette comprimibili (si fa riferimento, ad esempio, alla manutenzione, al personale, alle gratuità, ai vari contributi non obbligatori, ecc.). Data la complessità e la varietà degli argomenti esaminati, mi sembra doveroso trattare le specifiche situazioni relative ai tre tributi in maniera separata, evidenziando i punti di maggior interesse per la collettività e cercando di proporre azioni correttive, anche se la ristrettezza dei tempi a cui si è (forse volutamente) arrivati non lascia ormai ampi margini di manovra.
IMU
Per quanto riguarda l’IMU, sono state mantenute le aliquote degli anni 2012 e 2013. Pertanto la previsione di gettito è sostanzialmente invariata, anzi alcune modifiche introdotte dal 2014 hanno peggiorato la situazione in alcuni casi e questo dovrebbe migliorare, seppur non in modo significativo, le entrate del comune. In particolare: 1. Per le Unità immobiliari ad uso produttivo appartenenti al gruppo catastale D, l’aliquota è stata prevista al massimo cioè al 10.6 per mille rispetto al 7.6 per mille, considerato però che il differenziale di gettito è di competenza Statale; 2. Per l’abitazione principale di categoria A-1, A-8, A-9 e relative pertinenze è rimasta solo la detrazione di 200 Euro ma è sparita la detrazione di 50 Euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, (purché dimorante abitualmente e residente anagraficamente, nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale con il totale della maggiorazione, al netto della detrazione di base, che non poteva comunque superare l’importo massimo di 400 Euro (4 figli)). Appare quindi evidente che le famiglie numerose residenti nelle suddette categorie di immobili saranno fortemente penalizzate; 3. Altro aspetto, parzialmente disatteso, riguarda l’esenzione per le unità immobiliari concesse in comodato gratuito a parenti entro il primo grado. In questo caso, l’amministrazione non ha fatto altro che recepire quanto previsto dal Decreto del Governo Renzi, che stabilisce come requisiti un massimale di 500 Euro di rendita e un reddito ISEE del comodatario non superiore ai 15.000 Euro. Pertanto, risultano equiparati ad abitazione principale gli immobili, comprese le relative pertinenze, iscritti o iscrivibili nel catasto dei fabbricati, nella categoria catastale A (da A/2 ad A/7) come unica unità immobiliare, quando concesso in comodato gratuito a parenti maggiorenni, di primo grado in linea retta, del proprietario o del titolare di diritto reale di godimento, a condizione che l’utilizzatore vi dimori abitualmente e vi risieda anagraficamente. Sono esclusi tutti i casi in cui il comodatario abbia una percentuale di proprietà, usufrutto o altro diritto reale sullo stesso immobile. È bene evidenziare che l’agevolazione opera limitatamente alla quota di rendita risultante in catasto non eccedente il valore di 500 Euro, oltre si paga con l’aliquota ordinaria. Condizione necessaria per usufruire di tale agevolazione, a pena di decadenza, è la presentazione all’ufficio tributi del comune, da parte del soggetto passivo, della dichiarazione IMU e di copia del contratto di comodato registrato per il periodo di competenza del tributo per il quale è richiesta l’agevolazione. Dalla delibera si nota e si prende atto che il principio pare applicabile a tutti a prescindere dal reddito ISEE e che tale principio vale per un solo immobile concesso in comodato gratuito ad un parente entro il primo grado e comunque con decorrenza dal 01 gennaio 2015.
TARI
Per quanto riguarda la TARI, si fa presente che per l’anno 2014 vi è un aumento del 10% delle tariffe 2014 ed addirittura del 57% per una particolare categoria riferita alle Convivenze. È assurdo questo aumento ma ancora più assurdo è il fatto che da circa due anni ci affidiamo ad una società, la Senesi SpA, che opera in regime di monopolio ed in riferimento a tale rapporto nulla è dato sapere! Infatti non si riesce a capire il motivo per il quale non è stata mai espletata una regolare gara d’appalto per l’affidamento del servizio. Così, ancora una volta, si conferma che vi sono società private che “cadono sempre in piedi”. A questo aggiungiamoci pure che non importa se una famiglia è accorta e si impegna per fare la raccolta differenziata, visto che si troverà a pagare esattamente come coloro che gettano tutto, comodamente, nell’indifferenziato. Anzi, considerando che gli impianti di incenerimento sono sotto-utilizzati, verrebbe quasi da pensare che più rifiuti vengono prodotti e meglio è: totalmente all’opposto di quanto prevede la direttiva europea 2008/98/CE, basata sul concetto generale che “chi inquina, paga!”.
Concludendo, risulterà anche Inutile, ma è quantomeno doveroso da parte mia ricordare che il sindaco Moretti nelle linee programmatiche aveva affermato che i primi interventi sarebbero stati finalizzati al miglioramento della raccolta e del trasporto dei rifiuti solidi urbani ed alla riduzione dei tributi locali, addirittura attraverso la soppressione del pagamento delle pertinenze. Solo belle parole, purtroppo. Nient’altro che promesse da marinaio. La verità è un’altra: un aumento del 10% della TARI (ex TARSU)! Ancora nulla è stato previsto in termini di detrazioni e/o agevolazioni in base al reddito. Quello che però risulta inoltre ancora più sconcertante è che, dalla lettura e dall’analisi del piano finanziario TARI 2014, il costo per lo spazzamento e lavaggio delle strade è di circa 178 mila Euro. Riuscite anche solo ad immaginare quanti LSU avremmo potuto stabilizzare con progetti ad-hoc con questi soldi? Io credo che li avremmo stabilizzati tutti.
Vi chiederete allora quale soluzione avrei proposto? Visto che il costo del servizio della nettezza urbana, di oltre 3 milioni di euro annui, si poteva ricorrere all’utilizzo di questi criteri: • distinzione puntuale tra le utenze domestiche e non domestiche al fine di definire in maniera puntuale i costi del servizio con un avvicinamento e una adozione concreta al sistema operativo dei c.d. fabbisogni standard (obbligatorio solo dal 2016) • utenze domestiche e non domestiche: prevedere criteri oggettivi per la ripartizione del peso del nuovo tributo; • coefficienti: superare la logica presuntiva del cd. Metodo normalizzato e introdurre coefficienti di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti; • agevolazioni/riduzioni: introdurre criteri premiali per la raccolta differenziata e riconoscere le differenze di qualità del rifiuto prodotto (alleggerendo il carico sulle attività economiche a elevata produzione di rifiuto differenziato) e di quantità (considerando la stagionalità di alcune attività).
TASI
L’aliquota base è all’1,5×1000. Aumentata dello 0.5% rispetto a quella base. Per dare un’idea della misura dei valori in campo, si riporta un esempio: consideriamo due pensionati di 80 anni con reddito netto di 1.000,00 Euro al mese complessivi, che non vivono in condominio ma in un appartamento di 100 metri quadrati tassabili, inclusi garage e cantina. Considerando poi una rendita catastale di 950 Euro, oltre a non avere nessuna detrazione ne per reddito ne per età, dovranno pagare 240,00 Euro di TASI. In buona sostanza questa famiglia di pensionati, che a Gricignano di Aversa nel 2013 ha pagato solo la TARES e spendeva in totale 209,00 euro, quest’anno oltre al costo della TARI di 230,00 Euro (quindi ben 21 Euro in più all’anno rispetto alla TARES 2013) dovrà sommare anche la TASI di 240,00 Euro per un totale complessivo, TARI+TASI, di 468,00 Euro. In percentuale, +125% di costo per le tasse locali rispetto al 2013, a parità di servizi erogati. Spero come non mai che qualcuno mi smentisca e mi dimostri che sbaglio, ne sarei davvero felicissimo, ma ne dubito anche perché sembra che i numeri non diano molte possibilità di replica, soprattutto al Sig. Sindaco. Nonostante qualcuno abbia promesso in campagna elettorale che avrebbe abbassato le tasse, oggi è purtroppo palese che l’aumento delle tasse ci sarà eccome e per alcune famiglie sarà anche molto pesante.
La TASI di fatto è una IMU mascherata sulla prima casa cha assomiglia molto alla vecchia ICI, con la differenza però che prima c’erano detrazioni importanti per tutti i possessori di prima casa, mentre oggi non ne è stata prevista nessuna detrazione nel regolamento che avete approvato lo scorso 10 settembre. Sarà un Natale ancora più nero per i cittadini, e meno male che questa amministrazione aveva come primo obiettivo, come è stato ripetuto più volte in campagna elettorale, il benessere e il sociale». In conclusione dall’analisi fatta si nota che si tratta di “incrementi molto rilevanti e ingiustificati” che derivano essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali (IMU e TASI) e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta (TARI). Tutto dovuto come sempre da una scarsa volontà politica di programmare ed amministrare con la conseguenza che viene penalizzato il sistema delle imprese e delle famiglie. Alla luce delle considerazioni fatte, il mio giudizio politico è del tutto negativo. Pertanto annuncio sin d’ora, per dichiarazione di voto, il voto contrario alla proposta all’o.d.g”. La matematica non è un’opinione. E Di Luise ha dimostrato con i numeri che le sue critiche sono più che fondate. Altro che chiacchiere.