CASERTA – E’ polemica a Caserta tra le associazioni ambientaliste e il Comune per la realizzazione di un impianto di stoccaggio di rifiuti solidi urbani e pericolosi (autorizzato dalla Regione con decreto dirigenziale dell’11 agosto 2011, ndr) da parte della New Ecology srl nell’area di Lo Uttaro, ubicata a poco meno di due km dal centro cittadino e in parte oggetto di un intervento di bonifica ambientale già deliberato dalla Regione.
Una zona in cui sorgono almeno quattro discariche di cui una da poco dissequestrata dalla magistratura, e in cui nella fase acuta dell’emergenza rifiuta furono depositati i rifiuti della Notte Bianca di Napoli che formarono il cosiddetto ‘panettone’. Tra l’altro, nelle vicinanze del nuovo impianto, ne sorgono altri nove di diverse aziende tutti attivi nello stoccaggio di rifiuti. Dell’argomento è stato interessato anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando in visita ieri nel capoluogo.
Nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina, il sindaco Pio Del Gaudio ha spiegato “che l’area in cui dovrà essere realizzato l’impianto ricade, sia pure di poco, al di fuori del perimetro individuato dalla Regione per l’intervento di bonifica”; il sindaco ha poi rigettato ogni accusa lanciata dagli ambientalisti di scarso impegno sull’argomento, ricordando che “durante la conferenza di servizi del 21 luglio 2011, il Comune di Caserta, pur non partecipando, inviò un fax con un secco ‘no’ all’impianto mentre i rappresentanti della Provincia di Caserta, di Asl e Arpac, diedero parere positivo”. Dopo il decreto regionale, il Comune di Caserta e quelli ricadenti o comunque vicini all’area di Lo Uttaro, cioé Maddaloni, San Marco Evangelista e San Nicola la Strada, assieme ad alcune associazioni fecero ricorso al Tar del Lazio perdendolo; da ultimo il Consiglio di Stato ha negato la sospensiva dei lavori e ora dovrà pronunciarsi nel merito. Nel frattempo il Comune ha emanato il decreto di classificazione di industria insalubre e l’avvocato amministrativista Renato Labriola si è dimesso in polemica con l’amministrazione che non avrebbe fornito documentazione rilevante, altra accusa rigettata.
“Non ci sono margini per un’ ordinanza sindacale che vieti l’attività per motivi sanitari” conferma Del Gaudio, il quale assicura “che saranno realizzati i più ampi controlli sull’attività sperando che anche gli enti preposti, come Asl, Arpac e Noe dell’Arma, collaborino attivamente”.